Nablus-Quds Press. 82 palestinesi e un attivista della solidarietà internazionale sono rimasti feriti, durante gli scontri (*) scoppiati venerdì con le forze di occupazione israeliane (IOF) nelle città di Beita e Beit Dajan, nel governatorato di Nablus.
La Mezzaluna Rossa Palestinese ha reso noto che a Beita 5 persone sono state colpite da proiettili di metallo ricoperti di gomma, compreso un attivista straniero.
62 cittadini sono rimasti asfissiati dai gas lacrimogeni, due ustionati e cinque feriti per caduta.
A Beit Dajan, 9 persone sono rimaste soffocate dai gas lacrimogeni sparati dalle forze di occupazione contro i cittadini.
Molte aree della Cisgiordania occupata e di Gerusalemme stanno assistendo a scontri (*) con le forze di occupazione durante attività popolari contro i progetti di insediamento, in particolare a Beita e Beit Dajan.
Nella città di Beita, a sud di Nablus, vengono organizzate attività giornaliere e settimanali nell’ambito delle iniziative volte a rimuovere l’avamposto dell’insediamento “Avitar” costruito sulle terre di Jabal Sabih.
Negli ultimi mesi, 8 cittadini sono stati uccisi a Beita, centinaia sono rimasti feriti e decine sono stati arrestati, nel tentativo dell’occupazione di fermare le attività.
(*) Nel linguaggio militare, gli scontri avvengono tra eserciti o gruppi armati di pari forze. Tra Tsahal, l’esercito israeliano, e la Resistenza o i gruppi di giovani palestinesi che rispondono alle aggressioni dell’occupante israeliano non c’è parità di forze. Pertanto, riportiamo tra virgolette il termine scontri/scontro, per non indurre i lettori meno informati a pensare che in Palestina sia in atto un conflitto/guerra tra attori con eserciti, armamenti e forze paritarie.