Le autorità israeliane permettono a 7000 palestinesi di accedere ad Al-Aqsa, vietano l’ingresso a migliaia d’altri

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Betlemme–Ma’an. Venerdì le autorità israeliane hanno permesso agli uomini palestinesi sopra i 45 anni e alle donne di tutte le età di entrare nella moschea di Al-Aqsa, mentre agli uomini di età compresa fra i 35 e i 45 è stato consentito l’ingresso solo se in possesso dei permessi rilasciati da Israele per partecipare alle preghiere del primo venerdì del mese santo del Ramadan.

A migliaia di altri palestinesi è stato impedito di oltrepassare i checkpoint, che sono stati sigillati in seguito agli attacchi mortali compiuti mercoledì a Tel Aviv.

Luay Irzeiqat, portavoce della polizia palestinese, ha riferito a Ma’an che, fino alle 10 del mattino, a circa 7mila palestinesi è stato concesso di entrare nella Gerusalemme Est occupata per le preghiere del venerdì ad Al-Aqsa, attraverso il checkpoint 300 a nord di Betlemme.

Irzeiqat ha aggiunto che la polizia palestinese è stata dispiegata vicino al checkpoint per organizzare e guidare l’ingresso dei palestinesi, distribuendo inoltre cappelli per proteggerli dal calore.

I numerosi palestinesi a cui è stato impedito di entrare a Gerusalemme hanno detto che non rinunceranno a svolgere le preghiere del venerdì nella moschea, mentre altri hanno dichiarato che pregheranno presso i checkpoint militari israeliani.

L’esercito israeliano ha annunciato per venerdì una chiusura militare della Cisgiordania occupata e della Striscia di Gaza, con l’eccezione dei casi medici e umanitari.

I gazawi a cui era stato concesso in precedenza di pregare ad Al-Aqsa si sono ritrovati i permessi congelati per il Ramadan.

Tuttavia, un portavoce dell’esercito ha riferito a Ma’an che i palestinesi della Cisgiordania in possesso dei permessi israeliani potranno partecipare alle preghiere nella moschea Al-Aqsa, nonostante la chiusura.

Traduzione di F.G.