Gerusalemme – MEMO. Almeno 86 famiglie palestinesi stanno affrontando la minaccia di sgombero forzato nel quartiere Batn al-Hawa, di Gerusalemme, mentre Israele ha intensificato la pressione su di loro affinché demoliscano le loro case con il pretesto che non hanno le necessarie licenze edili, secondo quanto riferito mercoledì da Arab48.
Il Comitato popolare per le famiglie di Batn al-Hawa ha invitato le persone a riunirsi per la preghiera del venerdì nella tenda di protesta nel quartiere, per condannare la decisione delle forze israeliane di sfrattare 86 famiglie che vivono in case la cui proprietà è rivendicata da un gruppo coloniale, l’Ateret Cohanim.
Al momento, secondo quanto riferito da Arab48, tre famiglie stanno affrontando uno sfratto “eminente” dopo che il tribunale distrettuale di Gerusalemme ha respinto la loro petizione contro una sentenza del tribunale che li obbligava a consegnare le loro proprietà all’organizzazione coloniale.
In una dichiarazione congiunta rilasciata dal Centro informazioni di Wadi al-Hilwa e dal Comitato di Batn al-Hawa, il tribunale distrettuale ha respinto la petizione presentata dalle famiglie Dowaik, Odeh e Shweeky.
La dichiarazione afferma che le case delle famiglie consistono in due edifici che fanno parte del piano di Ateret Cohanim di impossessarsi di 5.200 metri quadrati di terre di Batn al-Hawa, sostenendo che il locale apparteneva agli ebrei yemeniti nel 1881.
Ateret Cohanim afferma che Batn al-Hawa è stata costruita sulle rovine di un quartiere ebraico chiamato “Cittadina degli yemeniti”, che presumibilmente era ebrea fino al 1938, quando le autorità del mandato britannico sfrattarono gli abitanti locali.
Decine di petizioni simili sono ancora in attesa di sentenze.
Martedì, le forze israeliane hanno obbligato Mahmoud al-Khalisi a demolire per la seconda la propria casa a Silwan, Gerusalemme.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.