Report del Pchr sull’assedio di Gaza e la situazione dei valichi

Report del PCHR – Palestinian centre for human rights – 1-31 luglio 2016 – sull’assedio israeliano e  le condizioni del valico di confine della Striscia di Gaza.

La relazione documenta l’impatto dell’assedio imposto da Israele sui civili palestinesi, che si ripercuote sulle loro condizioni economiche e sociali. La relazione inoltre rivela il peggioramento della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza; espone le condizioni reali della popolazione della Striscia di Gaza e della chiusura di tutti gli attraversamenti di Gaza imposta da Israele negli ultimi 10 anni.

La relazione inoltre smentisce le dichiarazioni di Israele secondo le quali avrebbe facilitato la chiusura della Striscia di Gaza. Inoltre, sottolinea che le continue misure di Israele, finalizzate a istituzionalizzare la chiusura e rendere accettabili a livello internazionale le restrizioni illegali imposte sulla circolazione delle persone e dei beni, nonostante esse violino il diritto internazionale, oltre alle leggi umanitarie internazionali e le leggi sui diritti umani.

La relazione mostra che la chiusura imposta da Israele è il maggiore ostacolo a ogni sviluppo o processo di ricostruzione della Striscia di Gaza, nonché la causa principale della crisi umanitaria e del peggioramento delle condizioni economiche e sociali. Di seguito gli sviluppi più significativi riguardo gli attraversamenti dei confini di Gaza durante il periodo 1-31 luglio 2016.

Circolazione delle materie prime

Nel periodo preso in considerazione, nessun cambiamento degno di nota è stato rilevato riguardo la circolazione dei beni. Sull’esportazione dei beni (inclusi beni industriali e agricoli) in Cisgiordania, Israele e all’estero pende un divieto quasi totale. Sono state imposte, inoltre, restrizioni all’entrata di alcuni beni primari, materiali speciali necessari per la ricostruzione di Gaza, progetti infrastrutturali e materiali per la manifattura e la produzione. Tuttavia, le forze israeliane hanno permesso l’ingresso di alcuni tipi di beni, la maggior parte dei quali beni alimentari e materiali di consumo, tramite procedure complesse, tra cui la chiusura frequente dell’attraversamento commerciale della Striscia di Gaza, Karm Abu Salem (Kerem Shalom); l’attraversamento è stato chiuso per 12 giorni (38,7%). Di conseguenza:

Circolazione di persone

Durante il periodo preso in esame, le forze israeliane hanno imposto restrizioni alla circolazione della popolazione di Gaza nel passaggio di Beit Hanoun (Erez), l’unico passaggio per la circolazione di persone verso la Cisgiordania, compresa Gerusalemme e/o Israele. Di conseguenza, 2 milioni di persone hanno visto negarsi il diritto di spostarsi verso ospedali, università, luoghi sacri e famiglie in Cisgiordania. Inoltre, gli è stato negato di viaggiare all’estero. Tuttavia, le forze israeliane hanno permesso a categorie ristrette di viaggiare attraverso il passaggio di Beit Hanoun: pazienti affetti da gravi malattie, imprenditori, familiari di prigionieri detenuti nelle carceri israeliane, impiegati di organizzazioni umanitarie internazionali, persone che si spostavano attraverso il passaggio di al-Karama al confine con la Giordania, alcune persone per bisogni personali, e anziani che volevano pregare alla moschea di al-Aqsa. Queste categorie di persone attraversano il passaggio con procedure molto complicate. A questo proposito, il PCHR ha documentato quanto segue:

Attraversamenti commerciali a luglio

Passaggio di Karm Abu Salem (Kerem Shalom)

Nell’ambito del progetto di “strangolamento” della Striscia di Gaza, le autorità israeliane hanno chiuso tutti i passaggi commerciali in aggiunta all’autorizzazione dell’uso dell’unico passaggio commerciale nella Striscia di Gaza, Karm Abu Salem. Di conseguenza, le sofferenze della popolazione di Gaza si sono aggravate e hanno creato ancora più ostacoli alle già limitate esportazioni e importazioni. In aggiunta, le spese di trasporto sono aumentate, causando un aumento dei prezzi delle importazioni. E’ stato inoltre un ulteriore fardello finanziario per gli esportatori di Gaza a causa della posizione del passaggio, all’estremo sud est della striscia di Gaza[1]. Nel periodo preso in esame, Israele ha chiuso il passaggio di Karm Abu Salem per 12 giorni (38,7% del periodo totale). Nei giorni in cui è stato aperto, Israele ha permesso il passaggio di 14.603 camion, una media di 471 camion al giorno[2].

Esportazioni

Le forze israeliane hanno continuato a imporre un divieto sulle esportazioni dalla Striscia di Gaza in Cisgiordania, Israele e all’estero, fatta eccezione per quantità limitate. Durante il periodo preso in esame, 152 camion sono stati autorizzati all’esportazione in Cisgiordania, tra cui 124 camion di prodotti agricoli e 28 camion che trasportavano beni vari (mobili, vestiti, rottami, spezie e cancelleria). Il tasso di esportazione della Striscia di Gaza a luglio rappresenta il 3,3% delle esportazioni prima di giugno 2007.

Importazioni

Le forze israeliane hanno impedito l’ingresso di materiali da costruzione per il settore privato a Gaza city. Di conseguenza, centinaia di progetti di abitazioni in costruzione si sono fermati, oltre ad altri progetti di ricostruzione portati avanti da privati per lo stesso motivo. Interrompere lavori di costruzione in questi progetti aggraverà le sofferenze dei civili che hanno un bisogno disperato di costruire le proprie abitazioni e i propri servizi. Questo comporterà anche gravi perdite per le aziende private, a causa dell’interruzione dei lavori, e accrescerà il già alto tasso di disoccupazione e povertà tra i lavoratori e le loro famiglie.

Eccezionalmente, le autorità israeliane hanno autorizzato l’ingresso di quantità molto limitate di materiali da costruzione per le organizzazioni internazionali e per i progetti del Qatar. Secondo il Ministero dell’Economia nazionale, le autorità israeliane hanno permesso l’ingresso di 54.855 tonnellate di cemento, 6895 tonnellate di acciaio da costruzione e 215.800 tonnellate di aggregati (3,6%, 1,3% e 7,1% del totale di materiali da costruzione necessari per la ricostruzione di Gaza).

 

Tabella di confronto tra le quantità di materiali da costruzione autorizzate nella Striscia di Gaza a luglio 2016, le quantità realmente necessarie e le quantità necessarie per la ricostruzione di Gaza

Descrizione Importazioni reali Quantità necessarie per la ricostruzione di Gaza/tonnellate Percentuale Necessità mensili/tonnellate Percentuali
Cemento 54.855

 

1.500.000

 

3,6% 84.000 65,3%
Acciaio 6895 500.000 1,3% 56.000 12,3%
Aggregati 215.800 3.000.000 7,1% 70.000 308%

 

Fonte: Ministero dell’Economia nazionale nella Striscia di Gaza

 

Nel periodo preso in esame, Israele ha permesso l’ingresso di 13.496.000 litri di diesel; 4.690.000 litri di benzene e 5.755.000 litri di carburante industriale per alimentare la centrale elettrica nella striscia di Gaza. Queste quantità limitate però non rispondono ai bisogni della Striscia di Gaza, e ciò che aggrava ulteriormente la situazione è la mancanza di riserve di carburante nella stazione di servizio della Striscia di Gaza. Nel periodo preso in esame, le forze israeliane hanno vietato l’ingresso di gas cucina per 12 giorni. Nei giorni di apertura del passaggio, le forze israeliane hanno permesso l’ingresso di soltanto 5354 tonnellate di gas cucina; una media giornaliera di 172,7 tonnellate. Questa quantità rappresenta il 49,31% del fabbisogno reale giornaliero della popolazione che, secondo la General Petroleum Corporation di Gaza ammonta a 350 tonnellate.

 

Quantità di gas autorizzate durante l’ultimo anno in confronto al fabbisogno reale della popolazione della Striscia di Gaza

Mese Media giornaliera/tonnellate Percentuale di fabbisogno raggiunta
Agosto 2015 180,6 51,6%
Settembre 2015 127,4 36,4%
Ottobre 2015 153,1 43,7%
Novembre 2015 167,7 47,9%
Dicembre 2015 158,7 45,3%
Gennaio 2016 107,8 35,9%
Febbraio 2016 173,7 49,6%
Marzo 2016 167,8 47,9%
Aprile 2016 157,6 45%
Maggio 2016 183,7 61,2%
Giugno 2016 179,4 51,2%
Luglio 2016 172,7 49%
Fabbisogno effettivo 350 100%

 

Fonte: ECPG

 

In un nuovo provvedimento, le autorità israeliane hanno autorizzato l’ingresso di veicoli nella striscia di Gaza attraverso il passaggio di Beit Hanoun (Erez) invece che attraverso il passaggio di Karm Abu Salem. Hanno autorizzato l’ingresso di 3 camion frigo, 8 autobus e 54 veicoli di piccola taglia.

 

Attraversamenti destinati alla circolazione di persone

Israele ha chiuso il passaggio di Beit Hanoun per il passaggio di civili palestinesi, con l’eccezione di alcune categorie ristrette: pazienti con malattie gravi e accompagnatori; arabi con passaporto israeliano; giornalisti internazionali; impiegati di organizzazioni umanitarie internazionali; imprenditori; civili provenienti dal passaggio di al-Karama. Queste categorie sono autorizzate ad attraversare il passaggio sotto procedure molto complesse. Secondo il Civil Liaison Office del Ministero per gli Affari Civili, Israele ha chiuso il passaggio totalmente per 11 giorni (soltanto per cause urgenti le persone potevano attraversare) durante il periodo preso in esame.

Pazienti

Nel periodo preso in esame (luglio) Israele ha chiuso il passaggio di Beit Hanoun ai pazienti per 11 giorni (permettendo l’attraversamento solo ai casi più urgenti). Durante i giorni in cui il passaggio è rimasto aperto, Israele ha permesso a 1381 pazienti e 1285 accompagnatori di attraversare. Le forze israeliane hanno impedito il passaggio di decine di altri pazienti per vari motivi, tra cui ragioni di sicurezza, cambio degli accompagnatori, attesa per un nuovo appuntamento e attesa per la risposta di Israele dopo i colloqui di sicurezza.

 

Visite ai detenuti

Nel mese di luglio, le autorità israeliane hanno permesso a 260 familiari di detenuti divisi in 4 gruppi di vistare 139 parenti detenuti nelle carceri israeliane.

Visite familiari ai detenuti palestinesi nelle carceri israeliane nel mese di luglio 2016

Giorno Numero di visitatori Numero di bambini Numero di detenuti visitati Carcere
4 luglio 2016 63 14 34 Ramon
11 luglio 2016 67 19 37 Nafha
18 luglio 2016 81 15 48 Nafha
25 luglio 2016 49 15 20 Eshel

 

Fonte: dichiarazione rilasciata ai media da un portavoce del Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC) a Gaza

 

La tabella mostra che il numero di visitatori è ridotto rispetto al numero dei visitatori autorizzato dall’accordo dei detenuti. Secondo tale accordo, ogni detenuto ha diritto a due visite familiari al mese. Con 380 detenuti nelle carceri israeliane, il numero delle visite dovrebbe ammontare a 760 al mese. Tuttavia, le forze israeliane hanno autorizzato soltanto 139 visite (18,2%) a luglio. Lo stesso vale per il numero di familiari autorizzati a fare visita ai propri parenti; il numero di parenti ammontava a 260 nel mese di luglio mentre il numero dovrebbe arrivare a 1480 due parenti facessero visita a ogni detenuto due volte al mese (17,5%).

Le famiglie dei detenuti sono state sottoposte a pratiche arbitrarie, ostacolate e sottoposte a trattamenti degradanti e immorali.

Si dovrebbe tener conto del fatto che le autorità israeliane decidono quale parente sia autorizzato a fare visita a un detenuto, e i visitatori autorizzati sono soltanto il padre, la madre o la moglie del detenuto e soltanto uno o due di loro possono fargli visita. Inoltre, se uno dei parenti è impossibilitato a fargli visita (per malattia, età avanzata oppure per morte) le autorità non permettono il cambio del nome dei visitatori; quindi, il detenuto perde il proprio diritto alla visita. Inoltre, le autorità continuano a privare i bambini del diritto di fare visita ai loro padri nelle carceri israeliane. Le famiglie dei detenuti non possono portare con sé effetti personali, compresi vestiti o cibo.

Nel periodo preso in esame, Israele ha permesso l’ingresso nella Striscia di Gaza di 5465 commercianti, 1657 persone con bisogni personali, 570 impiegati di organizzazioni internazionali, 272 viaggiatori che passavano attraverso il passaggio di al-Karama (Allenby) e 1385 anziani che si recavano a pregare nella moschea di al-Aqsa, sotto complicate condizioni di sicurezza. Le procedure di ingresso nella Striscia di Gaza sono complicate, il che si trasforma in lunghe attese, che spesso durano giorni. Vale la pena menzionare che queste statistiche non rappresentano il numero esatto di persone autorizzate a entrare dato che i detentori del permesso sono molto meno rispetto al numero di attraversamenti.

Le autorità israeliane arrestano commerciante e impiegato dell’UNDP

      Alle 00:00 circa di martedì, le forze israeliane hanno autorizzato 18 persone (11 giocatori e 7      membri del personale) ad attraversare il passaggio sopracitato, mentre hanno trattenuto 8             persone costringendole a ritornare nella Striscia di Gaza. Tuttavia, Mohammed al-Qarm,            membro del personale, autorizzato ad attraversare il passaggio, ha deciso di tornare a Gaza,    in solidarietà con i suoi colleghi.

Lunedì 1 agosto 2016, le persone sopracitate sono state autorizzate a viaggiare dopo che            Gianni Infantino, presidente della FIFA (Fédération Internationale de Football Association) è         intervenuto con una dichiarazione da parte della Federazione calcio palestinese. La partita si         è poi giocata quel giorno.

Attraversamento internazionale di Rafah

 

Raccomandazioni

Il PCHR fa appello alla comunità internazionale, in particolare alle Alte Parti Contraenti della Quarta Convenzione di Ginevra sulla Protezione dei Civili in tempi di guerra, e invita a:

[1]Le autorità israeliane hanno ristretto le chiusure sulla striscia di Gaza per rendere Karm Abu Salem il principale e unico passaggio nella striscia di Gaza nonostante le scarse capacità operazionali. Inoltre, nel novembre 2008 le autorità hanno chiuso il passaggio di Sofa, destinato all’entrata di materiali costruzioni, trasferendo quantità limitate di materiali da costruzione destinati all’ingresso a Gaza anche attraverso il passaggio di Karm Abu Salem. Il 4 gennaio 2010, le autorità israeliane hanno chiuso il passaggio di Nahal Oz, destinato all’entrata di carburante a Gaza, trasferendo il carburante nel passaggio di Karm Abu Salem. Il 2 marzo 2011, le autorità israeliane hanno chiuso il passaggio di al-Muntar (Karni), il passaggio più grande e meglio equipaggiato. Il 75% dell’approvvigionamento della Striscia di Gaza arrivava dal passaggio di Karni, che aveva la capacità di circa 400 camion al giorno.

[2]Secondo il Ministero dell’Economia Nazionale a Gaza.

Traduzione di Giovanna Niro