Soldati israeliani sparano a ragazzina di 13 anni

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Qalqiliya-Quds Press, PIC, Imemc e Ma’an. Mercoledì mattina le forze israeliane hanno sparato a una ragazzina di 13 anni, ferendola, al check-point di Eliyahu, a est di Qalqilya, vicino all’insediamento illegale di Alfei Manashe, in quanto “non si sarebbe fermata allo stop ordinato dalla polizia di frontiera”, continuando a camminare.
I media israeliani hanno riferito di un “tentativo di attacco con il coltello” e di “attacco sventato”, sebbene il ministero della Difesa abbia dichiarato che addosso alla bambina non sono state trovate tracce di esplosivo o armi.
La ragazzina è stata colpita alle gambe e trasportata all’ospedale Meir di Kfar Sava, in “Israele”.
E’ la nipote di Rasha Ahmad Hamed ‘Oweissi, 24 anni, uccisa a novembre dai soldati israeliani a un posto di blocco stradale, nella stessa area.

Secondo testimoni locali, la 13enne stava andando a scuola, portando con sé soltanto il proprio zaino, quando è stata colpita dai proiettili sparati dalle forze israeliane.

Un rapporto di Defense for Children International (DCI), diffuso martedì, documenta l’omicidio di 31 minorenni palestinesi, ragazzi e ragazze, da parte dell’esercito di occupazione, con il pretesto di “attacchi” contro i militari.

DCI mostra prova secondo le quali le vittime non costituivano alcuna minaccia verso i soldati e che si è tratto di esecuzioni.