Punizioni collettive per l’attacco armato a Gerusalemme

743687652Gerusalemme. Dalla morte di Misbah Abu Sbeih, ucciso domenica dalle forze israeliane dopo aver eseguito un attacco armato che ha portato alla morte di due israeliani, la famiglia Abu Sbeih, le Ramclashes-e1476168243156sue case e negozi sono diventati l’obiettivo di esercito e polizia di occupazione.

I soldati hanno invaso le abitazioni e i negozi della famiglia, a al-Ram e Kafr Aqab, nella Gerusalemme occupata, causando gravi danni alle proprietà, mentre ingegneri hanno preso misure e foto di interni e esterni per la demolizione.

Martedì all’alba, decine di soldati e poliziotti hanno invaso l’edificio di proprietà del padre di Abu Sbeih e hanno fatto irruzione in quattro appartamenti e trattenuto tutte le donne in un’unica stanza. I soldati hanno poi interrogato la madre di Abu Sbeih, e convocato per gli interrogatori i tre fratelli e tre figli.

L’esercito israeliano ha anche promesso di revocare le carte di identità gerosolimitane della famiglia, sebbene si tratti di abitanti autoctoni della Palestina e di Gerusalemme.

Ha, inoltre, chiuso, con sigilli e bloccandone porte e finestre, tutti i negozi e i magazzini della famiglia, in ottemperanza alla Legge di emergenza israeliana del 1948.

Il padre di Abu Sbeih, di  78 anni, è stato detenuto e interrogato fino a che ha avuto un collasso e ha perso i sensi. E’ stato infine portato in ospedale, ma i soldati gli hanno trattenuto la carta di identità.

(Fonte: Imemc e PIC)