DCIP: 19 adolescenti palestinesi in detenzione amministrativa

289627373Ramallah-PIC. L’associazione Defence Children International Palestine (DCIP) ha documentato, in una dichiarazione rilasciata giovedì, la detenzione amministrativa di 19 adolescenti palestinesi sin dall’inizio dell’intifada di Gerusalemme, a ottobre 2015.

Sei di loro, due dei quali appena diciottenni, sono sotto detenzione amministrativa per dei post pubblicati su Facebook, secondo quanto riportato dall’associazione.

Undici ragazzi sono stati rilasciati senza capi d’imputazione dopo aver passato tra i tre e gli otto mesi in carcere. Due sono stati accusati, condannati e incarcerati dopo tre mesi di detenzione amministrativa.

Prima dello scorso ottobre, Israele non metteva ragazzi palestinesi della Cisgiordania sotto detenzione amministrativa dal dicembre 2011.

Le autorità israeliane fanno affidamento sulla Emergency Powers Law che autorizza l’uso della detenzione amministrativa a Gerusalemme. A ottobre 2015, Israele ha usato per la prima volta la detenzione amministrativa contro dei ragazzi palestinesi di Gerusalemme.

Israele vanta il dubbio merito di essere l’unico paese al mondo a perseguire ogni anno tra i 500 e i 700 ragazzi nei tribunali militari, senza rispettare alcun diritto a un giusto processo.

Gli standard internazionali di diritto minorile, ai quali Israele ha aderito ratificando la Convenzione ONU per i diritti dell’infanzia (CRC) nel 1991, stabiliscono che i ragazzi devono essere privati della propria libertà solo in casi estremi, e non devono essere detenuti illegalmente o arbitrariamente.

In linea con il CRC, il DCIP considera ragazzi tutte le persone sotto i 18 anni di età.

Citando le parole di Ahmad H., 17 anni, durante il suo primo interrogatorio nel carcere militare di Ofer il 1 agosto, il DCIP riporta: “Mi hanno chiesto la password di Facebook”.

“Io ho detto [all’ufficiale] che ero stato arrestato ad aprile 2016 per 10 giorni, quando sono stato interrogato [nel carcere Shikma] ad Ashkelon per il mio profilo Facebook. Gli ho detto di aver cancellato tutto quando ero stato rilasciato e che il mio profilo è pulito. Gli ho detto di andare a controllare”.

Ahmad ha riferito al DCIP che l’ufficiale che lo ha interrogato lo ha accusato di “aver ostacolato l’interrogatorio, dicendo che io avevo chiesto a qualcuno di cancellare le foto, ma ho negato”.

L’interrogatorio è durato un’ora, senza la presenza di un genitore o di un consulente legale, secondo la dichiarazione.

Il 7 agosto Ahmad è stato interrogato di nuovo, questa volta per 3 ore.

“[L’ufficiale] continuava a chiedermi se avessi pubblicato foto provocatorie sul mio profilo Facebook. Gli ho detto che non avevo più pubblicato nulla dopo il mio rilascio, e che non avevo chiesto a nessuno di cancellare quelle precedenti”.

Tre giorni dopo, il 10 agosto, le autorità israeliane hanno messo Ahmad sotto detenzione amministrativa per sei mesi.

“Le autorità israeliane devono smettere immediatamente di ricorrere alla detenzione amministrativa sui ragazzi palestinesi” ha detto Brad Parker, procuratore e ufficiale di difesa internazionale del DCIP. “L’impossibilità di accusare formalmente i ragazzi per assenza di prove non dovrebbe mai essere una scusa per detenerli a tempo indeterminato e senza accuse o processo”.

Nello stesso contesto, un gruppo in sostegno dei diritti palestinesi ha documentato l’arresto di 2155 minori palestinesi dallo scoppio dell’Intifada di Gerusalemme.

Traduzione di Giovanna Niro