Rassegna cinematografica palestinese

Da Parallelo Palestina
Rassegna cinematografica palestinese
24/25 novembre 2016
Cinema visionario
via Fabio Asquini, 33 – Udine
Giovedì 24 novembre
ore 18.45:
NUN WA ZAYTUN
di Emtiaz Diab, Palestina, 2015, 51’ (arabo, sottotitoli in italiano) ore 19:45:
VIDEO-INCONTRO con la regista palestinese ANNEMARIE JACIR A seguire, assaggi palestinesi
ore 20.30:
WHEN I SAW YOU
di Annemarie Jacir, Palestina/Giordania, 2012, 98’ (arabo, sottotitoli in italiano)
Venerdì 25 novembre
ore 18.30:
THE LIVING OF THE PIGEONS
di Baha’ Abu Shanab, Palestina, 2014, 17’ (arabo, sottotitoli in italiano)
FREE RANGE
di Bass Breche, Libano/Germania, 2014, 16’ (arabo, sottotitoli in inglese)
THE SHEPHERD
di Mohammed Refai, Palestina, 2015, 15’ (arabo, sottotitoli in italiano) SHUJAYYA
di Mohammed al-Mughanni, Palestina/Polonia, 2015, 21’ (arabo/polacco, sottotitoli in italiano)
ore 19.45:
INCONTRO-DIBATTITO con FAWZI ISMAIL , ideatore di Al Ard Doc Film Festival – Cagliari A seguire, assaggi palestinesi
ore 20.30:
PALESTINE STEREO
di Rashid Masharawi, 2013, Palestina, 90’ (arabo, sottotitoli in italiano)
ingresso: € 5,00 – ingresso Card: € 4,00
Il biglietto è valido per tutte le proiezioni della giornata
I FILM
NUN WA ZAYTUN
di Emtiaz Diab, Palestina, 2015, 51’, (arabo, sottotitoli italiano)
Il protagonista del documentario, Murad, un cinema-lover, gira per le campagne palestinesi con il suo camioncino attrezzato da “cinema mobile” al fine di proiettare alle comunità disperse vecchi film e restituire alla gente attimi
di sogno e speranza. Dai palestinesi che incontra lungo il suo tragitto, Murad apprende l’attaccamento alla propria terra, alle case, alle famiglie e agli alberi di ulivo, che in arabo si chiamano zaytun.
WHEN I SAW YOU
di Annemarie Jacir, Palestina, Giordania, 2012, 97’, (arabo, sottotitoli italiano)
1967,
Giordania: l’undicenne Tarek, insieme a migliaia di rifugiati palestinesi nei campi profughi, attende il ritorno in Palestina, ma non si arrende a una vita di attesa, il suo spirito libero e la natura curiosa lo portano ad allontanarsi
dal campo ed è così che incontra un gruppo di giovani fedayyn. Sarà con questi e con il loro taciturno capo che comincerà un nuovo percorso di vita e rafforzerà la sua ferrea convinzione nel diritto al ritorno.
THE LIVING OF THE PIGEONS
di Baha’ Abu Shanab, Palestina, 2014, 17’, (arabo, sottotitoli italiano)
Freddo penetrante, dopo la mezzanotte. Le strade che portano al checkpoint “300” tra Betlemme e Gerusalemme, sono vuote e silenziose. Il ragazzo del caffè si prepara, il padre mette in mostra la mercanzia sulla panca di legno. Aspettano a breve l’arrivo di centinaia di lavoratori. Quello che succede dopo è qualcosa che gli occhi spesso fanno finta di non vedere.
FREE RANGE
di Bass Breche, Libano/Germania, 2014, 16’, (arabo, sottotitoli inglese)
Basata su eventi reali, “Free Range” è la vicenda di una mucca che attraversa il confine tra Israele e Libano e incontra la sedicenne Malakeh e la sua famiglia.
Una storia di confini, religioni, mucche e interventi ONU, raccontata in forma di Spaghetti-Western in salsa libanese
THE SHEPHERD
di Mohammed Refai, Palestina, 2015, 15’, (arabo, sottotitoli italiano)
Faiz è un pastore di Al Moughair. Possiede la terra e la casa dove abita. Fa il suo mestiere a dorso di un asino perchè durante la prima Intifada è stato ferito ad una gamba. Ma la vita del pastore non è libera: i militari chiudono gli accessi al villaggio e sono impossibili gli spostamenti verso le città palestinesi.
SHUJAYYA
di Mohammed al-Mughanni, Palestina/Polonia, 2015, 21’, (arabo, polacco, sott. Italiano)
Dalla Polonia torna a casa a Gaza. Attraverso i disastri della guerra il regista rivive le immagini di un anno prima: c’erano le case e i giardini. Ora non ci sono più, solo macerie. Molti amici sono scomparsi, mentre altri sono rimasti
mutilati, come Wael e suo figlio.
PALESTINE STEREO
di Rashid Masharawi, Palestina, 2013, 90’, (arabo, sottotitoli italiano)
Stereo è il soprannome del protagonista, Milad, ex cantante per matrimoni, compleanni e funerali. Milad, che ha perso la moglie, e il fratello più giovane Samy, che ha perso l’udito, hanno un unico obbietivo: emigrare in Canada.
Sulla triste, frustrante e assurda quotidianità della vita sotto occupazione, il regista getta uno sguardo duro e a tratti lievemente ironico.