Il modello del diritto israeliano

unnamedA cura di Parallelo Palestina.

Il Medio-Oriente occupa uno dei primi posti nelle agende delle grandi potenze
occidentali, dal momento che rappresenta un tassello fondamentale sia dal punto di vista politico sia da quello economico. Date le ricchezze in termini di risorse naturali e la rilevanza strategica della posizione geografica, il Medio-Oriente ha destato l’attenzione degli attori internazionali che da una parte necessitano di diversificare le loro vie di approvvigionamento energetico, dall’altra vedono nel mantenimento dello stato di conflitto, manifesto o latente, il mezzo per tenere sotto scacco questa regione.

In questo quadro, lo Stato Italiano, è in prima linea nel garantire armi
alla mano i profitti dei colossi multinazionali negli scenari di conflitto che di volta in volta si aprono
(Afghanistan, Iraq, Libia, solo per citare gli ultimi).

Inoltre, spicca il ruolo di “sentinella d’occidente” dello stato d’Israele, “baluardo” della democrazia e dei valori occidentali in terre desolate e selvagge. Tutt’altro che vittima di attacchi di fanatici islamici, Israele trae enormi benefici dall’essere in stato di guerra costante.

L’importanza geopolitica di Israele lo rende terreno di sperimentazione per armi, tecnologie informatiche e modelli di diritto penale e civile. Modelli che poi vengono e verranno esportati nel nostro “amato” occidente, sempre meno pacifico e sempre più coperto dall’ombra della crisi globale e dei conflitti che ne conseguono. Lo abbiamo visto ad EXPO, dove i sistemi di sorveglianza sono stati forniti e installati dalle medesime aziende che ne gestiscono l’uso in Israele (in forma ben più virulenta). Ovvero la stessa sorveglianza e repressione che il popolo palestinese affronta ogni giorno nella miriade di check-in, posti di blocco, perquisizioni, che il “baluardo della democrazia” sottopone ai suoi “cittadini di serie B”.

Allo stesso modo i modelli legali che si rivelano funzionali per il controllo e la repressione in Israele, diventano molto interessanti per lo Stato Italiano, impegnato negli ultimi mesi nell’approvazione di una legge volta a rendere “illegale” la pratica di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) ai danni dell’”amico” Israele.

*Per queste ragioni invitiamo tutti/e a partecipare al dibattito di GIOVEDì 1 DICEMBRE per parlare di questi e altri argomenti con l’obiettivo di non ridurre tutto una mera discussione che arricchisca solo il nostro bagaglio culturale ma nel tentativo di comprendere con quali atti e pratiche ci si possa concretamente opporre agli interessi imperialistici italiani e internazionali.*