Resistenza continua: attivisti del BDS lanciano “la più grande campagna”

bds_activist_bdsmovement.net_Palestine Chronicle. In un comunicato stampa rilasciato il 25 novembre 2016 dalla Palestine Solidarity Campaign gli organizzatori hanno annunciato che in settimana si sarebbero tenuti “99 provvedimenti in tutto il mondo volti a evidenziare la complicità dell’azienda HP nelle violazioni dello Stato di Israele dei diritti umani e della legge internazionale”.

Di seguito il testo integrale del comunicato.

Gli attivisti che supportano la campagna BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) dello Stato di Israele promuovono oggi la più grande campagna di sempre, ovvero da quando nel 2005 è stato lanciato l’appello da parte della società civile palestinese al boicottaggio, al ritiro degli investimenti e all’applicazione di sanzioni.

Il bersaglio è la compagnia HP (Hewlett Packard) che gli attivisti dicono essere “profondamente complice dell’occupazione israeliana e dell’oppressione dei palestinesi”; una chiamata ad una settimana di azioni a livello internazionale, con 99 proposte attraverso almeno 18 nazioni e 6 continenti.

In Inghilterra, dove il movimento BDS é reduce quest’anno dai vari tentativi del governo inglese di sopprimere le campagne, più di 30 azioni di protesta sono state previste, in maggioranza sabato 26 novembre. Questo riflette una nuova ondata di supporto al movimento da parte del pubblico britannico. Le campagne che promuovono il disinvestimento come strumento di rivendicazione efficace sono utilizzate anche da attivisti di vari gruppi etici, tra cui attivisti pro carburanti verdi e fossili, e dei diritti umani.

Martedì 29 novembre, giornata internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese, è coinciso con una fiera espositiva organizzata dalla HP Enterprise, una società che HP ha da poco creato. Gli attivisti del BDS si sono riuniti per ricordare che i profitti della compagnia derivano da sistematiche violazioni dei diritti umani.

Il direttore della Palestine Solidarity Campaign, Ben Jamal, ha avuto a dire: “Così come a grandi aziende come Veolia o G4S che hanno disinvestito da Israele o hanno annunciato che lo avrebbero fatto, anche alle società della HP è stato lanciato un forte messaggio sul fatto che la complicità in gravi violazioni dei diritti umani non è solo immorale, ma fa male anche agli affari.

Tutte le società HP sono profondamente complici dell’occupazione e dell’oppressione israeliana a danno dei palestinesi, fornendo alla marina israeliana le tecnologie che vengono usate per perpetrare il blocco illegale sulla Striscia di Gaza, così come la tecnologia di imaging di cui sono dotati i posti di blocco israeliani che impediscono la libera circolazione dei civili palestinesi.

Mentre la HP si è recentemente suddivisa in HP Inc. e HP Enterprise, tutte le società HP si affidano alla stessa marca e condividono alcune catene di fornitori, governance ed infrastrutture. Finché tutte queste sub società continueranno a trarre profitti dalle violazioni sistematiche dei diritti umani, noi attivisti continueremo a prendere di mira il brand HP”.

Traduzione di Marta Bettenzoli