Nuwaime: un pacifico villaggio palestinese resiste all’occupazione piantando banane

-643747973PIC. Le autorità israeliana (IOA) non consentono al villaggio di Nuwaime, piccolo nelle dimensioni ma grande nella sua resistenza all’occupazione, di vivere in pace e armonia.

Nonostante la povertà estrema di Nuwaime, che ha costretto la maggior parte dei suoi abitanti a vivere in case fatte di lamiere, l’occupazione e gli insediamenti israeliani tormentano la vita quotidiana del villaggio.

Nuwaime si trova a nord-ovest di Gerico, precisamente sulla strada che da Gerico conduce alla sorgente di al-Oj. La sua economia dipende in gran parte dall’agricoltura ed è famosa per le piantagioni di banane. Il villaggio è situato su una collina nella zona della Valle del Giordano e la sua popolazione raggiunge i 1.144 abitanti, secondo statistiche del 2004.

Piantagione di banane

Raggiungendo le zone che circondano il villaggio, i visitatori restano attratti da meravigliose piantagioni di banane.

L’agricoltore Suliman Alrashaiydeh, Abu Faisal, ha raccontato: “Piantare banane è adatto per gli agricoltori del villaggio dato che la temperatura è sempre calda, qui, e nonostante il basso prezzo del prodotto al mercato (0,50 centesimi al chilo), gli agricoltori continuano a piantare il loro raccolto. In più, piantare banane sostiene la tenacia degli agricoltori nel villaggio, in un momento in cui si lamentano della mancanza di supporto”.

Infatti Abu Faisal, come il resto dei contadini qui, si lamenta degli assalti ripetuti dei coloni israeliani nei confronti degli abitanti del villaggio: “Possedevo 300 animali, tra pecore e mucche ma ora me ne restano solo 100. I terreni adatti a far brucare i miei animali si trovano vicino accampamenti militari israeliani e per giunta i soldati mi rubano alcune pecore. E seppure l’erba fosse disponibile, l’IOA ci impedisce di nutrire le nostre pecore e mucche”.

Abu Faisal ritiene che le pratiche di occupazione israeliana mirino a dislocare gli abitanti, sostenendo che la terra appartiene ad Israele. Gli insediamenti agricoli ebraici sono sparsi in tutta la valle del Giordano.

I comitati anti-muro e stanziamenti nella valle del Giordano sostengono che l’occupazione israeliana ritiene che l’esistenza palestinese nell’area costituisca un ostacolo all’espansione degli insediamenti verso la zona del Mar Morto, che è considerata di portata strategica per l’occupazione israeliana.

Ruspe

L’agricoltore palestinese Ahmed Alrashaiydeh si lamenta dei numerosi moniti che riceve nella zona. “Viviamo in uno stato di paura. Siamo circondati dalle ruspe, che distruggono le nostre case e i nostri serbatoi. Gli israeliani vogliono che chiediamo il permesso per qualsiasi cosa, persino per montare una semplice tenda. E quando facciamo domanda per ottenere i permessi, fanno in modo di tardare e raramente abbiamo avuto necessità che non rispondessero alla crescita naturale degli abitanti del villaggio”. Il pastore palestinese Nasser Alrashaiydeh lamenta la mancanza di erba per il pascolo, aggiungendo, “I pascoli stanno attraversando un vero e proprio declino. È una delle principali sfide per gli abitanti del villaggio, la maggior parte dei quali sono pastori, oltre a coloro che piantano le banane.

Zone dove l’erba è disponibile vengono chiuse dall’occupazione israeliana sotto la pretesa che si tratti di aree protette, o di un accampamento dell’esercito o di un potenziale campo di addestramento, il tutto allo scopo di limitare l’accesso dei pastori e trasformare le zone intorno a noi in accampamenti militari o aree naturali protette, oltre alla confisca dei rari terreni agricoli per costruire più insediamenti.Allo stesso tempo, essi ci impediscono di avere accesso all’acqua e la deviano verso i loro terreni agricoli e campi militari”.

Un’altra sofferenza per il villaggio è la mancanza di accesso all’istruzione. L’unica scuola del villaggio è a rischio di demolizione. Gli studenti devono camminare a lungo per raggiungere la scuola, e molti di loro hanno l’hanno lasciata presto per iniziare a lavorare come contadini o pastori per sfuggire alla miseria, dato che non ci sono posti di lavoro disponibili nel villaggio

Traduzione di Ada Maria De Angelis