A gennaio, 1715 israeliani hanno invaso la Moschea di al-Aqsa

aqsa_mosque_wailing_wallGerusalemme-Quds Press. L’agenzia internazionale di stampa Quds Press ha monitorato l’incursione di 1715 israeliani nei cortili della moschea di al-Aqsa, a Gerusalemme, durante il mese di gennaio 2017.

Nel suo rapporto mensile sulle invasioni della moschea di al-Aqsa, QP ha dichiarato che 1469 coloni ebrei hanno compiuto irruzioni mattutine e serali nella moschea stessa.

Il rapporto spiega che, dei 1469 coloni, 252 sono studenti, che la polizia di occupazione ha trattato come turisti, permettendo loro di passeggiare liberamente nella moschea, con l’eccezione delle cappelle superiori. I coloni, invece, usufruivano di un percorso predisposto per loro.

Il rapporto chiarisce, inoltre, come il numero degli intrusi nella moschea sia aumentato rispetto agli ultimi tre mesi del 2016, in cui si contavano 246 poliziotti israeliani in divisa o in borghese e soggetti chiamati “ospiti della polizia”.

Il rapporto sottolinea come la polizia di occupazione, che lavora per garantire una protezione totale ai coloni intrusi, non abbia prestato attenzione alle preghiere dei coloni nei cortili della moschea.

I guardiani palestinesi della moschea hanno scattato decine di fotografie che mostrano i coloni mentre compiono i loro riti in diversi punti, in particolare presso Bab al-Rahma (Porta della Misericordia).

La polizia israeliana continua a limitare l’ingresso alla moschea ai fedeli palestinesi, a sequestrare le carte di identità, una politica adottata ormai da più di due anni, inaugurata in seguito agli scontri divampati ad al-Aqsa a causa del gran numero di irruzioni dei coloni, soprattutto nei giorni delle festività ebraiche, in cui si contano centinaia di incursioni in un solo giorno.

La polizia di occupazione ha allontanato quattro palestinesi dalla moschea di al-Aqsa e dalla Città Vecchia per periodi compresi tra i 15 giorni e i due mesi: si tratta della signora Muntaha Amara, figlia della sorella dello Shaykh Ra֫d Salah, di Abdul Salam Abu Ghazalah, padre del martire Tha֫ir, di ֫Izz al-Din Abu Sabih, figlio del martire Masbah Abu Sabih e di un giovane di Gerusalemme.

Traduzione di Federica Pistono