Abu Sakha: dal circo alla prigione israeliana

502009930RamallahPICE’ passato più di un anno dall’arresto del performer circense palestinese Mohammed Abu Sakha da parte delle autorità israeliane, senza processo né accuse.
Il 14 dicembre 2015 il giovane 25 enne non immaginava che attraversare il posto di blocco militare di Zaatara, a sud di Nablus, per recarsi al lavoro a Birzeit, a nord di Ramallah, avrebbe significato cadere nella rete della detenzione. Mohammed, il talentuoso artista acrobatico, si trova da allora in detenzione amministrativa.
Il pomeriggio di quel giorno le Forze di difesa israeliane fermarono un autobus palestinese al posto di blocco di Zaatara, e, dopo aver controllato l’identità dei suoi occupanti, chiesero a Mohammed di sottoporsi a dei controlli più approfonditi. Il giovane venne trattenuto tre ore prima di essere trasferito «bendato e ammanettato» al campo di Howara nel nord di Nablus.
Mohammed passò una settimana nel campo prima di essere sottoposto a detenzione amministrativa, senza accusa né processo, per sei mesi. Il padre, Faisal, ha parlato all’agenzia di stampa Al-Quds della carriera da intrattenitore e da acrobata di suo figlio: «La carriera di Mohammed al circo iniziò quando era un ginnasta quindicenne al Club sportivo di Jenin. Poi, nel 2007 Mohammed entrò a studiare alla Scuola circense palestinese. Quattro anni più tardi egli divenne allenatore e performer nella stessa scuola».
«Mohammed fece molti spettacoli in Cisgiordania, e partecipò a diversi corsi di formazione in Francia, in Germania e in Belgio: si era iscritto ad altri corsi per marzo e giugno del 2016, ma l’arresto gli ha tolto quest’opportunità».

Il pagliaccio…. l’artista amato dai bambini
Il padre di Mohammed sottolinea che egli si era specializzato in tanti tipi di acrobazie tra cui i salti, l’equilibrismo e le attività da giocoliere. La sua esperienza nel ruolo da clown lo ha reso «l’artista amato dai bambini».
Shady Zomrod, cofondatore e direttore della Scuola circense palestinese, ci ha parlato del lavoro di Abu Sakha presso la scuola, spiegando che «da oltre due anni Mohammed aveva iniziato l’insegnamento a 30 bambini e ragazzi con disabilità mentali e fisiche, con lo scopo umanitario di integrarli e riabilitarli nella società. L’ambizione di Mohammed era far diventare quei disabili artisti circensi professionali».
Zomrod continua affermando che «Mohammed ha raggiunto un gran successo in questo processo. Un esempio è il caso del bambino disabile di 11 anni Mohammed Barghouti, che soffre di problemi di deambulazione dalla nascita, ma che grazie a Mohammed era riuscito a camminare per oltre otto passi senza utilizzare alcun dispositivo. Si deve a Mohammed aver trasformato il circo in un metodo per terapie psicofisiche».
Il direttore della scuola, che ha più di 300 studenti, ha sottolineato che «i bambini si sono attaccati a Mohammed per il suo humour, per le sue abilità da attore comico e per la sua pazienza nei loro confronti: loro chiedono continuamente sue notizie e sperano che venga rimesso in libertà presto». Egli ha aggiunto: «Mohammed ha un’abilità magica a disegnare sorrisi sul viso dei bambini, credo che questo sia il segreto del loro amore per lui».
Zomrod nota che l’assemza di Mohammed ha lasciato un vuoto nelle performance che egli era solito mettere in scena per i bambini e per i disabili, che spingeva la scuola a ripeterle spesso».

Solidarietà internazionale
Zomrod ci dice la scuola ha attivato eventi di solidarietà per il detenuto Abu Sakha dal giorno del suo arresto. Tra questi, una vasta campagna di solidarietà presso scuole circensi arabe ed estere in Brasile, Canada, Danimarca, Italia e Gran Bretagna, oltre a proteste davanti alle ambasciate israeliane in varie parti del mondo e a telegrammi che chiedono di recidere le relazioni con lo stato occupante inviati ai governi stranieri.
Egli ricorda che alla prima sessione in tribunale per Mohammed hanno partecipato rappresentanti dell’Ufficio dell’Unione Europea, il Consolato del Belgio, l’Ufficio svizzero di rappresentanza, l’Agenzia spagnola per la cooperazione, Amnesty International, un’istituzione italiana e delegati del Movimento Internazionale per la Solidarietà.
Zamrod parla poi della più recente delle iniziative, la creazione di t-shirt con sopra scritto «Freedom for Abu Sakha», che saranno indossate da artisti, cantanti, ballerini e artisti circensi internazionali durante le loro performance, oltre che da alcuni medici.
Egli critica il fallimento del governo palestinese che non ha seguito il caso di Abu Sakha, considerato che, «confrontata con la solidarietà araba e internazionale, la negligenza del governo palestinese salta all’occhio».

Uno dei 700 detenuti amministrativi
Abu Sakha è uno dei 700 prigionieri amministrativi delle carceri dell’occupazione israeliana, detenuti senza processo né accuse. Il giudice si limita a ricevere la documentazione «riservata» fornita dall’accusa militare israeliana che estende di volta in volta il periodo di detenzione, e impedisce alla difesa di prendere visione della documentazione stessa; che di solito consiste di conclusioni generiche, deduzioni o speculazioni del servizio di intelligence israeliano.
L’avvocato dell’organizzazione per i diritti umani Al-Dameer, Mahmoud Hassan, ha dichiarato che le autorità di occupazione ritengono, in base a «una debole prova», che Abu Sakha avrebbe svolto diverse attività all’interno di un’organizzazione illegale (riferendosi al Fronte popolare per la liberazione della Palestina). Egli ha aggiunto che la detenzione amministrativa di 6 mesi è stata prorogata per la terza volta.
Egli ha altresì aggiunto che Abu Sakha è stato interrogato appena è stato arrestato, e che nessuna violazione da parte sua è stata provata, riferendosi all’assenza di qualsiasi nuovo materiale nella sua cartella.
La madre di Abu Sakha, che ha potuto visitare suo figlio nella prigione israeliana di Megiddo una volta sola, riferisce che Mohammed sta insegnando ai prigionieri bambini del carcere, specialmente a coloro con disabilità derivanti da attacchi dell’occupazione.
La donna ha aggiunto che «nonostante la detenzione, Mohammed è entusiasta di continuare il suo ruolo alleviando il dolore di quei bambini tramite le sue performance, e cerca di trasformare la prigione in un piccolo circo, o in un centro estivo per loro».

Traduzione di Stefano Di Felice