Luay Akka, l’avvocato del Comitato, ha affermato che tra i 49 minorenni palestinesi imprigionati a Ofer, 27 furono arrestati durante incursioni domestiche, 9 per le strade, 5 dopo essere stati convocati per gli interrogatori, 4 ai check-point e 5 in Israele poiché erano sprovvisti di permesso.
Il legale ha aggiunto che la sentenza di reclusione emessa contro 25 minorenni arrestati durante il mese varia da uno a 24 mesi, con un ragazzo di 15 anni – Amhad Hanatsha – che verrà condannato alla detenzione amministrativa senza alcun processo e accusa.
I minorenni palestinesi detenuti a Ofer denunciano di essere maltrattati e l’assenza di beni quali vestiti, lenzuola e asciugamani.
In gennaio il comitato aveva parlato della detenzione di almeno 63 minorenni, che furono collettivamente condannati a pagare una multa di 52.000 shekel (all’incirca 14.000 dollari).
Il centro di detenzione di Ofer è il luogo più spesso usato da Israele per interrogare i minorenni palestinesi. Il comitato ha riportato che, lo scorso ottobre, la maggioranza schiacciante dei ragazzini palestinesi tenuti nelle prigioni di Ofer e Megiddo vennero torturati durante la detenzione e l’interrogatorio.
I gruppi per i diritti hanno anche documentato i maltrattamenti, gli abusi e le torture e a cui sono soggetti i minorenni palestinesi detenuti, oltre che le dure pratiche utilizzate in sede di interrogatorio per forzare le loro confessioni.
L’ong Badil ha reso noto che lo scorso anno si è assistito all’aumento della tendenza, da parte delle forze israeliane, di sparare ai giovani palestinesi, lasciandoli mutilati per tutta la vita.
Traduzione di Nicola Migliorati