Il coordinatore di Youth Against Settlement (YAS), Issa Amro, ha dichiarato che il gruppo, formato dai coloni stessi e dai loro bambini, ha tentato un attacco all’asilo di via al-Shuhada, nella parte vecchia della città di Hebron. Gli abitanti palestinesi del posto sono stati, fortunatamente, in grado di evitare che questi scavalcassero la recinzione che circonda la scuola.
I coloni israeliani di Hebron spesso si riuniscono proprio in via al-Shuhada e nel quartiere di Tel Rumeida, soprattutto in occasione della festività ebraica del Purim.
Proprio ad Hebron, domenica, avevano intonato una serie di slogan anti-palestinesi, tra cui qualcuno che inneggiava le lodi di Baruch Goldstein, che nel 1994 uccise 29 palestinesi musulmani nella moschea Ibrahimi di Hebron.
Situata al centro della città – una delle più grandi città nella Cisgiordania occupata – la Città Vecchia fu divisa, a seguito del massacro nella moschea Ibrahimi, in due aree, una sotto il controllo palestinese e l’altra sotto quello israeliano, rispettivamente conosciute come H1 e H2.
Alcuni tra gli 800 coloni israeliani, notoriamente conosciuti per la loro violenza, attualmente vivono sotto la protezione della milizia israeliana nella Città Vecchia, circondati da oltre 30 mila palestinesi.
I residenti palestinesi della città antica devono fronteggiare la grande e quotidiana presenza dell’esercito israeliano, con oltre 20 posti di blocco posizionati all’ingresso di numerose strade, così come all’ingresso della moschea Ibrahimi stessa.
Inoltre, ai palestinesi non è concesso guidare in via al-Shuhada, le loro case e i loro negozi sono stati saldamente chiusi e in alcune strade della città antica vige per loro il divieto di passaggio.
Nel frattempo, i coloni israeliani si muovono liberamente per le strade, guidano le loro macchine e impugnano le loro mitragliatrici.
Traduzione di Giusy Preziusi