Tafakji: gli insediamenti della Cisgiordania continuano dal 1967

-1028789845Gerusalemme-PIC. Khalil al-Tafakji, direttore del Dipartimento per la Mappatura presso la Arab Studies Society a Gerusalemme Occupata, ha dichiarato domenica scorsa che la nuova colonia che si vuole costruire in Cisgiordania occupata non è la prima di questo tipo: “dal 1967 la costruzione delle colonie non si è mai fermata, neanche un giorno, in questa zona e anche a Gerusalemme”.

Durante una intervista rilasciata al PIC, Tafakji ha detto che l’attività governativa degli insediamenti è basata sull’inganno. Ha affermato che l’approccio israeliano è fondato sulla annessione alle colonie di nuovi quartieri. Ad esempio, i quartieri Gilo A, Gilo B e Gilo C sono stati annessi alla colonia Gilo, nella zona meridionale di Gerusalemme occupata. Queste colonie aggiunte sono più vaste dell’insediamento stesso, ha sottolineato.

Tafakji ha affrontato anche un argomento riguardante il decreto emanato dal governo di Benjamin Netanyahu lo scorso giovedì, con la quale si stabilisce che “se non possiamo costruire all’interno delle colonie, costruiremo attorno ad esse o nel loro spazio di sicurezza vitale”. Ha spiegato che costruire all’interno delle colonie significherebbe prendere l’ 1,6% dei territori occupati nel 1967, mentre costruire attorno ad esse significa prendere il 6%, avvertendo anche che gli spazi di sicurezza vitale delle colonie rappresentano il 60% dei territori occupati palestinesi.

Ha continuato dicendo che, guardando alla successione degli insediamenti in Cisgiordania, si può notare che i blocchi più grandi sono situati nella colonia Ariel, nel nord della Cisgiordania, e nella zona di Shilo che si trova sui terreni di Turmusa’ya e Jalloud. Ha affermato che questa successione cerca, senza nessun dubbio, di separare la zona settentrionale della Cisgiordania da quella meridionale.

Tafakji ha sottolineato che l’attuale espansione delle colonie non è spontanea, ma avviene piuttosto all’interno di un progetto programmato che tende a prevenire la formazione di uno stato palestinese che abbia legami geografici e demografici.

L’esperto palestinese ha enfatizzato il fatto che la risoluzione del governo israeliano, che arriva il giorno dopo il summit arabo tenuto in Giordania, invia un messaggio agli Arabi e ai Palestinesi: il progetto coloniale continuerà nonostante i risultati e le risoluzioni del summit e nonostante la risoluzione 2334 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

Tafakji ha respinto le rivendicazioni delle autorità israeliane secondo le quali le terre sulle quali i nuovi insediamenti saranno costruiti sono “terreni statali” e vengono descritti come vuoti e senza valore, aggiungendo che la costruzione di nuove colonie su queste terre significa il completamento della concatenazione delle colonie che va dalla costa palestinese ad ovest fino alla Valle del Giordano ad est.

Tafakji ha messo in guardia sul fatto che il progetto della colonia si sta espandendo in Cisgiordania occupata e a Gerusalemme secondo un programma disegnato nel 1979 che prevede di trasferire un milione di coloni nei territori palestinesi entro il 2020.

Il progetto verrà completato nel 2050 con la costruzione di due nuovi blocchi di colonie. Il primo è un enorme blocco chiamato E1 e sarà collegato al blocco dell’insediamento più ampio chiamato Ma’ale Adumim che si estende fino al Mar Morto. Il secondo verrà costruito sui terreni dell’aeroporto di Gerusalemme, verso il nord della città occupata, per completare il cerchio delle colonie basato su un progetto chiamato “la Grande Gerusalemme” che fagociterà la maggior parte delle terre della Cisgiordania.

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi