A causa dell’offensiva sulla Striscia di Gaza il 70% degli impianti idrici è fuori uso

view_1405499907Ramallah – Quds Press. Shaddad al-‘Attili, presidente dell’Autorità per le acque dell’Autorità palestinese, ha dichiarato che il 70 % degli impianti idrici è fuori uso a causa di danni subiti o di interruzioni di corrente e carburante che hanno portato ad una carenza pari al 70-80 % rispetto ai quantitativi d’origine, e al peggioramento delle condizioni delle acque, dell’ambiente, e della salute.

Al-‘Attili, in un comunicato stampa riportato da Quds Press sabato, 26 luglio, ha avvertito “dei rischi reali cui va incontro la popolazione di Gaza, che rappresenta una delle aree più densamente popolate del mondo, a causa dell’assedio, dell’inquinamento idrico, e dell’assenza di potenza necessaria per rendere operativi gli impianti”.

Ha dunque affermato che le squadre dell’acqua non sono riuscite a limitare i danni, né a risolverli, a causa del perdurare della guerra abbattutasi sulla Striscia di Gaza, i suoi civili, e le sue infrastrutture.

Le stime iniziali per i lavori necessari al settore delle acque ammontano a quasi 5 milioni di dollari.

Su circa un milione di persone, 800 mila cittadini non dispongono di acqua potabile a causa della distruzione dei condotti idrici e delle reti fognarie, oltre che dell’accumulo di rifiuti.

Al-‘Attili ha poi riferito che tra più di 110 mila persone che al momento vivono nelle scuole dell’UNRWA o in scuole statali, vi sono famiglie che non sono in grado di affrontare tale situazione a causa della mancanza di acqua, a sua volta causata dal fatto che le condotte idriche hanno subito danneggiamenti, e che i serbatoi d’emergenza non riescono a soddisfare le esigenze.

Ha inoltre messo in guardia dal pericolo del flusso di acque reflue in molte aree, specie nel nord della Striscia di Gaza (Beit Hanoun e Beit Lahia) dopo che le reti fognarie e le pompe dell’acqua sono state colpite, o come conseguenza della mancanza di elettricità e dell’inondazioni di liquami, i quali possono diffondere malattie ed epidemie.

Ha dunque ricordato che una squadra di tecnici è stata colpita, e che cinque di essi sono morti, richiamando l’attenzione sulla presenza di aree che non possono essere raggiunte, come ad esempio il complesso che che si trova ad est di via Salah al-Din, o quello a nord di Gaza, senza un il coordinamento di almeno 600 persone. Ha sottolineato quanto la guerra di cui è stata testimone la Striscia di Gaza abbia avuto un notevole impatto sulle infrastrutture e sulla fornitura dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari, e quanti danni abbia provocato ai pozzi d’acqua, alle tubature e alle reti idriche, causando la contaminazione delle acque sane con quelle reflue. Le stime iniziali per i lavori di primo soccorso per l’acqua e i servizi igienico-sanitari ammontano a più di 5 milioni, mentre per i danni infrastrutturali a circa 20.

Al-‘Attili ha invitato le organizzazioni internazionali a sostenere gli sforzi intrapresi dall’Autorità per le acque, dalla Croce Rossa internazionale, e da un gruppo speciale di lavoro, e ad agire immediatamente per fornire supporto alla fornitura di acqua potabile per i senza tetto e gli sfollati, e in generale, l’intera popolazione della Striscia.

Ha ribadito infine la necessità di agire immediatamente per garantire la sicurezza dei tecnici e dei serbatoi di carburante ed acqua, e consentire all’Autorità per le acque la manutenzione delle reti fognarie, dei pozzi artesiani e degli impianti di desalinizzazione esposti a danni diretti ed indiretti.


Traduzione di Michele Di Carlo