A febbraio muoiono tre palestinesi e 300 vengono arrestati

RamallahQuds Press. Dati e documenti di un centro palestinese per i diritti umani hanno dichiarano che nel mese di febbraio sono morti tre palestinesi, due di essi a causa dei proiettili dell’occupazione, un altro per le ferite riportate in seguito alle aggressioni subite nel carcere di Be’er Sheva, mentre nello stesso mese sono stati arrestati 308 cittadini palestinesi.

Il centro studi Ahrar per i prigionieri ha affermato in un comunicato stampa riportato da Quds Press sabato, 1 marzo, che i tre martiri sono Mu’taz Wahasha, di 25 anni, originario di Bir Zeit, a Ramallah, morto lo scorso 27 febbraio, Ibrahim Mansur, di 26 anni, originario della Striscia di Gaza e morto il 14 febbraio, colpito dai proiettili dell’occupazione, e Jihad al-Tawil, prigioniero di Gerusalemme di 47 anni, morto nell’ospedale Suruka di Be’er Sheva per le ferite causate da un’aggressione subita durante la detenzione.

Secondo il rapporto è la città di Hebron, nel sud della Cisgiordania, a registrare il più altro numero di arresti, ben 73, a seguire Gerusalemme, con 56, mentre la Striscia di Gaza -osserva il centro Ahrar– ne registra 11, tra cui tre pescatori, un malato di cancro, arrestato al valico di Beit Hanun, ed altri sette arrestati presso la linea di confine della Striscia nel tentativo di oltrepassarla.

A febbraio l’occupazione ha inoltre arrestato quattro donne: Rim Hamarsha, moglie del prigioniero ‘Adnan Hamarsha, originario di Jenin, Rasmiya Bilawna, originaria del campo profughi di Tulkarem, Narmin Salim di Nablus, e Ahlam Isa di Qalqiliya.

Il centro ha infine dichiarato che gli arresti vengono compiuti presso posti di blocco militari ed in seguito all’assalto delle case dei cittadini, così come sono solite fare in alcune zone le forze sotto copertura, le quali indossano abiti civili per arrestare i giovani palestinesi.

Traduzione di Salvatore Michele Di Carlo