A Gaza il successo è fondamentale

1_7.jpg (1200×800)PIC. Di Eman Abusidu. L’uomo d’affari palestinese Talal Abu Ghazaleh una volta disse: “Sono stato obbligato ad avere successo, non avevo altra scelta”. Quando, in un programma TV, ho sentito questa affermazione sono rimasta sorpresa. Le sue parole riassumono l’atteggiamento distintivo del popolo palestinese, che si identifica ancora tra uno dei più istruiti al mondo. Nonostante tutto quel che viene fatto contro di loro, e che accade attorno a loro – l’occupazione israeliana e le incursioni militari; la pandemia del Covid-19; il tracollo economico – riescono ancora ad avere successo. In mezzo a questi ostacoli, i Palestinesi della Cisgiordania, di Gerusalemme Est e della Striscia di Gaza hanno appena celebrato i risultati degli esami del liceo di quest’anno e alcuni di essi sono stati straordinari.

Come al solito, la Striscia di Gaza è imprevedibile ed un caso a parte. E’ stata devastata da un blocco israeliano fin dal 2007, ed è una delle zone più densamente popolate al mondo, una delle più povere. Centinaia di migliaia di persone vivono in campi rifugiati fatiscenti ed in edifici bombardati. Con possibilità basilari e limitate, i Palestinesi di Gaza provano al mondo intero che è impossibile arrendersi nonostante tutti gli ostacoli che debbono affrontare.

Shams Abuamra vive a Khan Younis; il suo voto nell’esame di scienze è stato 99,3 su cento. Ha raggiunto questo risultato vivendo con la sua numerosa famiglia in una abitazione sovraffollata col tetto di metallo sulla testa, che non protegge né dal caldo né dal freddo. La maggior parte del suo tempo Shams lo ha dedicato agli studi. Suo padre è contentissimo dei risultati scolastici di sua figlia. Non può lavorare, pertanto vedere la figlia raggiungere questi risultati è al di là di ogni aspettativa.

Assieme alle circostanze personali degli studenti come Shams Abuamra, dobbiamo considerare anche che il settore dell’educazione della Striscia di Gaza è in crisi. Il settore dell’insegnamento e le risorse disponibili sono limitate, solo per citare alcune difficoltà; il deteriorarsi della situazione economica lo ha palesato appieno, ha un impatto maggiore sulle vite degli studenti ed i loro insegnanti.

Inoltre, l’elettricità è disponibile soltanto per alcune ore al giorno nel territorio costiero. Ciò significa che Shams e gli altri studenti devono studiare intensamente durante queste poche ore. I loro risultati inviano un forte messaggio alle autorità dell’occupazione israeliana e, nonostante tutto quel che faccia per cercare di fermarli, essi sono determinati a farlo ancora meglio.

A Gaza, gli studenti palestinesi non si possono permettere il lusso di affermare che non necessitano di successi accademici. Tuttavia, in alcuni casi, non hanno altre scelte su cosa, quando e come studiare. Shayma Abulhussein, ad esempio, proviene dal Governorato di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Shayma è cieca, eppure ha raggiunto un voto di 93,3 su cento nel suo esame di Tawjehi. La ragazza è stata determinata sul fatto che la cecità non avrebbe costituito uno svantaggio per lei. Non esistono scuole superiori per gli ipovedenti dopo la classe 11 in Gaza, quindi Shayma ha dovuto studiare al fianco di studenti vedenti, il ché è stato per lei stressante e tutt’altro che facile. I libri sono stati copiati e stampati in Braille, operazione per la quale sono state impiegate ore ed ore.

Secondo le statistiche ufficiali, vi sono oltre 93.000 disabili che vivono in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, circa 47.000 dei quali si trovano a Gaza, poco più del 2,5% della popolazione. La maggior parte delle persone cieche o ipovedenti non ricevono alcun supporto dalle ONG che si dedicano all’aiuto dei ciechi; quindi la situazione economica di povertà ha un impatto su tutto ciò. Però, ogni anno studenti con problemi di vista ottengono buonissimi risultati negli esami Tawjehi.

Una studentessa palestinese della Striscia di Gaza ha ricevuto la notizia che il padre era stato ucciso da un militare israeliano durante le proteste della Grande Marcia del Ritorno mentre stava sostenendo gli esami del Tawjehi. Qmar Alghlban ha continuato col suo esame fino alla fine, prima di recarsi sulla tomba del padre. Ovviamente, avrebbe preferito condividere i suoi risultati col padre, ma, così come molti altri Palestinesi, non è stato possibile a causa delle conseguenze dell’occupazione israeliana. E così come molti altri, lei è determinata ad avere successo nella vita, consapevole del fatto che suo padre sarebbe stato immensamente orgoglioso dei suoi successi.

So esattamente, per esperienza personale, come questi giovani Palestinesi della Striscia di Gaza si sentono perché qui è dove sono nata e cresciuta. Dove ho studiato e lavorato. E’ casa mia.

Durante i primi anni del blocco israeliano, anch’io ho studiato ottenendo 94,9 su cento negli esami Tawjehi. La riuscita non è un opzione, ma una necessità. Ho dovuto avere successo perché non avevo altra scelta. Se abbiamo avuto una buona educazione alle spalle, possiamo ottenere lo sviluppo ed andare avanti. Tutto ciò che facciamo invia il messaggio al mondo che siamo vivi e che c’è ancora una parte della Palestina chiamata Gaza; che l’oppressione israeliana non è riuscita a sfinirci. La riuscita a scuola e all’università – tali risultati di immatricolazione assicurano il nostro posto nell’istruzione superiore – è il nostro lasciapassare per questo mondo, che tutti noi sogniamo di vedere prima o poi, o per lo meno per presentare una vera immagine di ciò che sta accadendo a noi e alle nostre famiglie e amici.

Da quando sono nata, la Striscia di Gaza è stata al centro di eventi incredibili che hanno avuto un impatto globale. La storia di Gaza – una storia che la mia famiglia, i miei amici ed io viviamo giorno dopo giorno – è quella della battaglia contro le difficoltà e di studenti che raggiungono risultati significativi nonostante queste difficoltà. “La vita a Gaza è come una pentola a pressione”, ha dichiarato rappresentante diplomatico europeo al Washington Report nell’ottobre del 2015.

Quel diplomatico aveva ragione, ma avrebbe potuto aggiungere che i Palestinesi di Gaza non conoscono la parola “impossibile” nel loro dizionario. Con la perseveranza e la determinazione, nessuno può uccidere o impedire ai nostri sogni di diventare realtà.

Traduzione per InfoPal di Aisha T. Bravi