A novembre, 19 violazioni contro giornalisti da parte di soldati israeliani

Ramallah. L’agenzia palestinese di informazione WAFA ha documentato 19 violazioni israeliane contro giornalisti palestinesi nel mese di novembre.

Nel suo rapporto mensile sulle violazioni israeliane contro i giornalisti, l’agenzia afferma che cinque cronisti sono stati feriti da proiettili di metallo rivestiti di gomma sparati da soldati israeliani, hanno subito l’inalazione di gas lacrimogeno o percosse violente durante la copertura di eventi in Cisgiordania.

Inoltre, 10 giornalisti sono stati arrestati, i loro documenti media sono stati sequestrati, o sono stati attaccati senza, però, rimanere feriti.

Allo stesso tempo, a novembre sono stati registrati anche quattro incidenti contro organi di stampa o attrezzature utilizzate dai giornalisti.

Secondo il rapporto, il 7 novembre il tribunale militare israeliano di Salem, vicino a Jenin, ha esteso per la quinta volta consecutiva la detenzione amministrativa del giornalista Mohammad Asida dalla cittadina di Tal, a sud-ovest di Nablus, annullando una precedente decisione di non proroga.

L’8 novembre, un soldato israeliano ha chiesto una somma di denaro al fotografo di Quds News Network, Abdullah Bahash, in cambio del permesso di varcare il cancello della cittadina di Azzun, a est di Qalqilya, e quando il fotografo ha rifiutato, il soldato ha cercato di arrestarlo.

Il 17 novembre, coloni di Yitzhar hanno attaccato il veicolo del caporedattore di WAFA, Kholoud Assaf, vicino a Hawwara, a sud di Nablus, provocando contusioni al figlio e rompendo i finestrini del veicolo.

Nella stessa data, le forze di occupazione hanno arrestato il giornalista Saif Qawasmi dopo averlo aggredito e gli hanno confiscato le chiavi del veicolo al checkpoint di Qalandia, a nord della Gerusalemme occupata.

Il 18 novembre, le forze di occupazione hanno arrestato il fotoreporter, Abdul Mohsen Shalaldeh, mentre stava seguendo gli eventi degli attacchi dei coloni nel quartiere di Tel Rumeida, nel centro di Hebron.

Inoltre, il 21 novembre, le forze di occupazione hanno preso di mira i giornalisti con bombe a gas e proiettili letali mentre coprivano un assalto dell’esercito a Jenin.

Il 22 novembre, un tribunale israeliano della città occupata di Gerusalemme ha rinviato al 20 dicembre il processo alla giornalista gerosolimitana Lama Ghosheh, a condizione che restino in vigore le stesse condizioni di arresti domiciliari e di divieto di contatto e comunicazione.

Il 23 novembre, le forze di occupazione hanno preso d’assalto la casa del corrispondente televisivo palestinese Ahmad Hababa, nel villaggio di Beit Iksa, a nord-ovest della Gerusalemme occupata, l’hanno perquisita e hanno aggredito lui e la sua famiglia.

Il 24 novembre, coloni hanno attaccato con pietre il veicolo del giornalista Mohammad Turkman, vicino a Nablus.

Il 25 novembre, le forze di occupazione hanno impedito a Sabri Jibril, giornalista dell’agenzia J-Media, di seguire un’incursione nel villaggio di Harmala, a est di Betlemme, e gli hanno confiscato il telefono e la tessera.

Il 26 novembre, i coloni, sotto la protezione della polizia di occupazione, hanno aggredito la troupe televisiva di France 24 durante la copertura degli eventi a Gerusalemme, dove la corrispondente del canale, Laila Odeh, è stata aggredita verbalmente mentre il suo cameraman, Nader Baybars, fisicamente, l’attrezzatura fotografica è stata distrutta e la trasmissione in diretta è stata interrotta da frasi razziste.

Il 28 novembre, le forze di occupazione hanno arrestato il giornalista Sabri Musa Jibril, 35 anni, dopo aver fatto irruzione e perquisito la sua casa nella città di Tuqu’, a sud-est di Betlemme.

Traduzione per InfoPal di Chiara Parisi