Ramallah – WAFA. Il Sada Social Center, un gruppo per i diritti sui social media, con sede a Ramallah, ha dichiarato in un nuovo rapporto di aver documentato più di 72 violazioni digitali contro i contenuti palestinesi sulle piattaforme dei social media, a novembre, inclusa la rimozione di 40 account e pagine.
Il gruppo ha sottolineato che i giornalisti e le istituzioni dei media sono i più vulnerabili alle violazioni, poiché ha documentato 32 violazioni contro pagine e account appartenenti a istituzioni dei media e 25 violazioni contro attivisti palestinesi e filo-palestinesi.
Le piattaforme di proprietà di Meta sono in testa per le violazioni, con 61 su Instagram e Facebook, che variano tra rimozione di post, limitazioni di accesso, divieti di pubblicazione, impedimento all’uso di alcune funzionalità, come live e pubblicità e la rimozione permanente degli account.
Sulla natura di tali violazioni, il Centro ha affermato che il 25% dei contenuti censurati erano testi e parole relativi alla causa palestinese, mentre il 40% includeva immagini di palestinesi uccisi o eventi che descrivevano attacchi israeliani. Il 32% dei contenuti censurati erano video dei funerali dei palestinesi uccisi. Gli algoritmi considerano questo contenuto un tributo a persone e organizzazioni che Meta descrive come “pericolose”.
Il Centro ha sottolineato la necessità di segnalare qualsiasi violazione della libertà di espressione, incitamento all’odio o contro i palestinesi e la narrazione palestinese sullo spazio digitale, dato che la libertà di espressione è un diritto garantito da tutti i patti internazionali.
Sada Social Center è un’iniziativa giovanile volontaria lanciata nel 2017 per difendere i diritti digitali palestinesi.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.