Abbas accetta le dimissioni di al-Hamdallah. Hamas: Anp in crisi profonda

Ramallah-InfoPal. Domenica 23 giugno, fonti ufficiali palestinesi hanno confermato che il presidente dell’Autorità Palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, ha accettato le dimissioni del primo ministro, Rami al-Hamdallah. Negli ultimi due giorni, i due hanno tenuto due incontri a Ramallah, nei quali Abbas ha cercato di dissuadere il premier dimissionario dalla sua scelta.

L’agenzia stampa ufficiale palestinese ha rivelato che il portavoce della presidenza, Nabil Abu Rudeina, ha confermato che “il presidente Mahmoud Abbas ha accettato, domenica 23 giugno, le dimissioni di al-Hamdallah, incaricandolo di guidare il governo ad interim, fino alla formazione di un nuovo esecutivo”.

Lo scorso giovedì, al-Hamdallah aveva presentato le sue dimissioni, in forma scritta, al capo dell’Anp, dopo sole due settimane dal suo incarico. Fonti vicine al premier dimissionario hanno riferito che il suo gesto è maturato a seguito di disaccordi con i suoi vice, e per protestare contro i conflitti di potere.

Con ciò, quello di al-Hamdallah è diventato il governo più breve nella storia dell’Anp. In base alla costituzione palestinese, il presidente ha a disposizione due settimane per trovare una persona alla quale conferire l’incarico di formare un nuovo governo. Il termine in questione è prorogabile per ulteriori due settimane.

Il 6 giugno scorso, Abbas aveva incaricato al-Hamdallah, Rettore dell’Università An-Najah (nord della Cisgiordania), di formare un nuovo esecutivo, per sostituire quello del premier uscente, Salam Fayyad, anch’egli dimessosi per la stessa ragione, e a seguito di disaccordi con il movimento di Fatah.

Dal canto suo, il movimento di resistenza islamico, Hamas, ha considerato che il gesto di Abbas “riflette la profondità della reale crisi che sconvolge le istituzioni dell’Anp. Crisi che deriva dall’esistenza di diversi centri di potere contrapposti al suo interno, e dalle lotte intestine di potere”.

Sulla propria pagina Facebook, Fawzi Barhoum, portavoce del movimento islamico, ha scritto: “Le dimissioni di al-Hamdallah dovranno segnare una linea di demarcazione con la fase di decadenza dell’Anp, e avviare una nuova fase di ricostruzione, su basi democratiche e nazionali”.

Ha aggiunto: “Ciò può essere raggiunto esclusivamente con l’applicazione effettiva e completa di tutti i punti dell’accordo del Cairo, compresa la formazione di un governo di unità nazionale che ponga fine alla divisione, curi gli interessi del popolo e soddisfi le sue aspirazioni”.