Abdallah Kassir: l’Europa sia più coraggiosa in sostegno della Causa palestinese

Abdallah Kassir intervistato da Francesco De Leo

Convincere il governo italiano e in generale l'Unione Europea a prendere una posizione ''più coraggiosa e onesta'' a sostegno di un futuro Stato palestinese e per la liberazione delle migliaia di prigionieri politici, tra cui 26 parlamentari palestinesi, ancora nelle carceri israeliane.

Con tale obiettivo una delegazione della Lega internazionale araba per la Palestina si trova in questi a Roma per incontri con esponenti della politica e del volontariato italiano.

''E' tempo che l'Italia e l'Europa assumano un ruolo più indipendente, svincolato dalle pressioni israeliane e statunitensi.

Siamo rimasti delusi dall'astensione del governo italiano e di altri esecutivi europei nel voto per l'ingresso della Palestina nell'Unesco'', ha spiegato Abdallah Kassir, presidente del Consiglio della Tv Al Manar, esponente di Hezbollah, e segretario generale della Lega Interparlamentare per la Difesa della Palestina.

L'organismo, nato alcuni anni fa, è composto da 365 parlamentari di decine di paesi dell'area mediorientale. Kassir ha sottolineato, in una conferenza stampa, il crescente isolamento di Israele e degli Stati Uniti nella regione, anche come conseguenza della Primavera araba.

 ''Dalla primavera araba – ha proseguito Kassir – sono usciti vincitori i palestinesi, in quanto i movimenti di rivolta hanno travolto regimi che si muovevano sotto i diktat degli Stati Uniti e di Israele''. E' questo un punto, ha aggiunto, che viene spiegato ''molto chiaramente'' agli interlocutori occidentali.

''La strada dei negoziati diretti con Israele è ormai chiusa, morta'', ha osservato il parlamentare palestinese Maher al Taher, membro del Consiglio Nazionale palestinese (ed esponente del Fronte popolare di Liberazione della Palestina).

Per quanto riguarda il futuro, al Taher ha rivendicato la necessità di usare tutte le forme di resistenza, dalla trattativa diplomatica per il riconoscimento dello Stato palestinese, alla lotta armata: ''vi è un'occupazione da parte di Israele e lo stesso diritto internazionale riconosce la legittimità di combattere contro gli occupanti'', ha rimarcato.

Ad avviso di Al Taher, la totale chiusura di Israele verso qualsiasi ipotesi di soluzione del conflitto (come, ha detto, dimostra anche il recente annuncio di 2000 nuove case israeliane a Gerusalemme est) sta ricompattando Hamas e Fatah.

Le due componenti palestinesi, che hanno firmato ad inizio estate un accordo di pacificazione, torneranno ad incontrarsi molto presto al Cairo per dare un seguito concreto agli impegni formali. Quanto alla liberazione dei prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, Al Taher si è detto convinto che solo lo ''scambio'' – come avvenuto per Shalit – può funzionare per convincere lo Stato ebraico.

6 novembre

 

 

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