Betlemme-Ma’an. Il segretario del Comitato esecutivo dell’Olp, Yasser Abed Rabbo, ha invitato a non porre troppo entusiasmo nell’esito dei colloqui di pace chi si stanno tenendo in questi giorni “a causa della nostra consapevolezza delle enormi difficoltà incontrate, specialmente perché Israele è guidato da un governo di destra, in un momento di forza crescente dei coloni, mentre il mondo arabo è invaso da disordini”.
“Non vogliamo che la nostra causa scivoli al secondo o al terzo posta nell’agenda mondiale”, ha affermato Abed Rabbo in un’intervista rilasciata ad un’emittente satellitare araba. E ha aggiunto: “Ci sono alcuni punti specifici che verranno discussi nel corso dei negoziati. Per esempio, senza fare un riferimento ai confini del 67 non si può parlare della soluzione dei due Stati”.
“Inoltre, c’è la questione di Gerusalemme e dei profughi, non accetteremo alcuna soluzione che escluda Gerusalemme, che fa anche parte dei nostri confini”, ha dichiarato Abed Rabbo che ha riconosciuto, comunque, l’importanza di andare avanti con i negoziati, in virtù dell’attenzione degli Usa e a livello internazionale, dedicata alla questione.
“Sicuramente la leadership palestinese è consapevole della solidità del rapporto che lega Israele agli Usa, e dello stato di confusione in cui si trova la politica Usa per quanto riguarda ciò che sta accadendo nella regione. Perché essi non avevano fatto i conti con la fase di cambiamento in cui vive il popolo, che può rovesciare qualsiasi regime in breve tempo, come è successo in Egitto”.
Ha continuato: “le opzioni a disposizione degli Usa nella regione sono limitate. Se i negoziati dovessero fallire, l’intero processo di pace entrerà in un tunnel buio, e il più grande perdente sarà il popolo palestinese”.
Abed Rabbo ha stabilito alcuni punti essenziali per contrastare un eventuale fallimento dei negoziati. Ha ribadito la necessità di rafforzare il sistema politico palestinese, in tutti i suoi aspetti, compresa la riconciliazione nazionale, da raggiungere nonostante i timori di Hamas, offrendo al movimento islamico delle condizioni più flessibili per raggiungere l’unità nazionale.
Ha poi sottolineato la necessità di sviluppare l’economia palestinese, che avrebbe bisogno di cure eccezionali. “La disoccupazione è ampiamente diffusa, e molti laureati sono senza lavoro”, ha affermato.
Infine, egli ha concluso affermando che “il tema dei negoziati ha una grande importanza, perché significa liberarsi dall’occupazione. Nelle condizioni attuali, il popolo palestinese è propenso a proseguire i colloqui, tuttavia, esso non si fida delle intenzioni di Israele e la sua reale volontà di raggiungere una soluzione. Perciò, la possibilità che abbiamo è quella di impiegare tutte le energie e l’aiuto delle forze internazionali al fine di raggiungere una soluzione e liberarci dall’occupazione”.