Abspp, missione umanitaria in Libano: aiutare i profughi nei campi, gli ultimi tra gli ultimi

InfoPal. Di Angela Lano. Dal 21 al 26 ottobre, l’Abspp odv ha portato tra i campi profughi del Libano travolto dalla crisi, aiuti e assistenza umanitaria a migliaia di persone e famiglie in gravi difficoltà economiche. E’ la missione internazionale “Lealtà e Fratellanza”. Ne abbiamo parlato con il responsabile nazionale, l’arch. Mohammad Hannoun.

Ci può spiegare le finalità della missione umanitaria in Libano?

La nostra missione nei campi profughi in Libano ha come obiettivo rispondere alle esigenze dei rifugiati palestinesi che stanno affrontando condizioni economiche drammatiche, causate dalla crisi dell’epidemia di Covid-19, ma anche da situazioni politiche problematiche a seguito dell’esplosione al porto di Beirut, ad agosto del 2020. La crisi interna libanese ha influenzato l’economia, provocando un’inflazione altissima che ha fatto precipitare la già difficile situazione dei profughi. Se a questo si aggiunge il fatto che l’UNRWA ha tagliato i fondi loro destinati, si può comprendere quali effetti devastanti si hanno sulla sanità, sui medicinali, sulla scuola, sulla vita stessa di migliaia e migliaia di esseri umani.

C’è una sorta di doppio standard, in Libano: al cittadino libanese viene garantita la sanità pubblica, mentre il profugo che vive da 73 anni nel Paese non può usufruire di nulla e viene abbandonato a se stesso.

Per tutti questi motivi abbiamo voluto dare ai profughi in Libano un messaggio di solidarietà da tutta l’Europa, chiamando la missione “Fedeltà e fratellanza”. Vi hanno partecipato organizzazioni umanitarie palestinesi da varie parti dell’Europa – Italia, Olanda, Germania, Austria, Svezia, Danimarca, Belgio.

Abbiamo voluto sostenere alcune componenti e determinati settori sociali già in difficoltà: 1) la famiglia. Abbiamo distribuito 3000 pacchi viveri a tutti i profughi palestinesi e siriani (alcuni campi sono prevalentemente palestinesi). 2) La sanità. Attraverso giornate aperte a tutti i profughi, abbiamo garantito visite mediche specialistiche gratuite, con distribuzione di medicinali. In ogni campo profughi abbiamo chiamato 4-5 medici specialisti, a seconda delle necessità evidenziata dai comitati locali. In ogni ambulatorio sono state accolte centinaia di persone – tra i quali bambini e anziani. 3) La scuola. Abbiamo destinato cartelle scolastiche a centinaia di alunni, che sono state distribuite nelle scuole dell’UNRWA (per dare un messaggio di collaborazione – lavoriamo con tutte le realtà). Abbiamo visto la gioia sia degli alunni sia degli insegnanti ed è stato molto bello. 4) Visite domiciliari con l’obiettivo di portare la nostra solidarietà e di testimoniare in Italia, in Europa, la loro sofferenza. Tante famiglie sono in situazioni molto difficili – con malattie gravi, disabilità, ecc. -, per questo siamo andati a casa loro per dare un messaggio di fratellanza. Siamo stati accolti molto bene. Abbiamo portato regali, pacchi viveri, buste con denaro per rispondere alle loro esigenze. 5) Progetto energetico in sviluppo. I campi profughi soffrono gravemente di mancanza o carenza elettrica. Abbiamo lanciato il “Progetto illuminazione” attraverso l’installazione di pannelli solari in tutti i campi profughi: ne servono 400 per i luoghi pubblici, le strade, i vicoli, ecc. Vogliamo illuminare scuole, ambulatori, luoghi di culto e di ritrovo pubblico. Abbiamo già installato decine di unità e i lavori sono in corso.

I prodotti, gli aiuti che offrite li portate dall’Europa o li comprate sul posto, favorendo l’economia locale?

In tutte le nostre missioni, noi compriamo sul posto i prodotti che servono, per sostenere l’economia locale. E’ un progetto nel progetto: aiutiamo i profughi nei campi e, acquistando le merci localmente, supportiamo le piccole attività commerciali.

Quali sono gli obiettivi generali delle vostre missioni umanitarie?

La nostra delegazione si pone diversi obiettivi: 1) portare direttamente gli aiuti, 2) essere testimone delle condizioni di vita dei profughi, invitando anche politici italiani, europei – a questa missione ha partecipato, ad esempio, Alessandro Di Battista, che ha potuto constatare come nel XXI secolo ci siano ancora popolazioni lasciate a vivere in condizioni disumane. La nostra missione vuole, tra le altre cose, rendere note la situazione dei profughi al fine di migliorarne le condizioni di vita. 3) Prima di distribuire gli aiuti, trasmettiamo il messaggio di sostegno, che è forse più importante della cartella o dei pacchi viveri: la solidarietà degli italiani, degli europei che hanno contribuito alla missione. Raccontiamo ai profughi che portiamo i saluti e la vicinanza degli italiani e degli altri popoli che rappresentiamo nella delegazione, e spieghiamo loro che se anche non possiamo rispondere a tutte le loro esigenze e richieste, quel poco che abbiamo potuto raccogliere e distribuire fa parte del nostro continuo lavoro di sostegno. Diamo loro il messaggio che non ci fermeremo mai nel sostenere le loro famiglie in difficoltà. Comunichiamo loro la solidarietà dei palestinesi e dei musulmani europei.

Da dove provengono i fondi per le vostre missioni?

Per finanziare le nostre missioni lanciamo campagne di raccolta fondi sui social e sul nostro sito, facciamo cene di beneficienza. Ci hanno risposto sia tantissimi cittadini sia politici italiani che hanno dato il proprio contributo personale. Non abbiamo ricevuto soldi né da istituzioni italiane né estere. A questa missione in Libano hanno contribuito economicamente anche alcuni parlamentari, a titolo personale e non di partito.

Il prossimo appuntamento?

La prossima missione Abspp odv dovrebbe partire il 5 gennaio prossimo: si tratta di “Inverno più caldo”.

Altre info:

Continua la missione umanitaria dell’Abspp in Libano

Missione umanitaria “Lealtà e fratellanza” in Libano

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