Abuso, oppressione e omicidio: l’ANP fa il lavoro sporco di Israele in Cisgiordania

MEMO. Di Ramzy Baroud. Solo due settimane dopo che il presidente dell’Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas, aveva dichiarato che l’ANP avrebbe sospeso completamente il “coordinamento della sicurezza” con Israele, le forze di sicurezza palestinesi in Cisgiordania hanno ucciso un adolescente disarmato, Salah Zakareneh.

Zakareneh non è il primo e, purtroppo, non sarà l’ultimo palestinese a essere ucciso dalle forze di sicurezza dell’ANP, che negli ultimi anni ha incrementato notevolmente le sue tattiche oppressive contro qualsiasi forma di dissenso politico in Palestina.

Il diciassettenne è morto poco dopo che la sicurezza dell’ANP era stata inviata a Qabatiya, a sud di Jenin, nella Cisgiordania settentrionale, per fronteggiare presumibilmente una “dimostrazione di tipo militare” che era in programma.

La versione ufficiale della storia afferma che non appena le forze dell’ANP sono arrivate a Qabatiya, uomini armati del villaggio hanno aperto il fuoco mentre altri lanciavano pietre, spingendo i militari dell’ANP a rispondere utilizzando proiettili letali e candelotti lacrimogeni, provocando la morte di Zakareneh e ferendo altri. Nessun militare dell’ANP è stato ferito dagli spari.

Non si può negare che il sentimento anti-ANP sia cresciuto esponenzialmente in tutti i Territori palestinesi occupati, negli ultimi mesi. L’Autorità Palestinese di Abbas è piena di corruzione e continua a governare i palestinesi, nei limiti consentiti da Israele, senza l’ombra di un mandato democratico.

Inoltre, l’ANP è in gran parte composta da lealisti del partito Fatah di Abbas, che è esso stesso diviso tra vari centri di potere.

Nel 2016, l’ANP ha istituito un organo congiunto delle agenzie di intelligence palestinesi a Gerico con il solo scopo di reprimere i sostenitori dell’arcinemico di Abbas, Mohammed Dahlan, che è attualmente in esilio. 

Fin dalla sua creazione, il nuovo organo d’intelligence, che risponde direttamente al Presidente, ha esteso il proprio mandato e ha attivamente inasprito i controlli su ogni individuo, organizzazione o ente politico che osi mettere in discussione le politiche di Abbas e del suo partito.

Poco dopo l’affermazione di Abbas, in un discorso davanti alla Lega Araba al Cairo, il 1° febbraio, riguardante l’ANP che avrebbe ostacolato tutti i contatti con Israele “compresi i rapporti di sicurezza”, un alto funzionario dell’ANP ha informato i media israeliani del fatto che la cooperazione tra questa e Israele è ancora in corso.

“Per ora, il coordinamento continua, ma i rapporti sono estremamente tesi”, ha detto il funzionario al Times of Israel.

Il “coordinamento della sicurezza” è forse l’unica ragione per cui Israele sta permettendo l’esistenza dell’ANP nonostante il fatto che Israele, con il sostegno degli Stati Uniti, hacompletamente rinnegato tutti i suoi impegni derivanti dagli accordi di Oslo e da tutti gli accordi successivi.

È abbastanza surreale che il governo palestinese a Ramallah, che un tempo prometteva ai palestinesi libertà e liberazione in uno stato sovrano indipendente, ora esista principalmente per garantire la sicurezza stessa dell’esercito israeliano e dei coloni ebrei illegali nella Palestina occupata.

L’ANP e l’occupazione israeliana ora coesistono in una sorta di relazione simbiotica. Per assicurare la continuazione di quella relazione reciprocamente vantaggiosa, entrambe le entità sono impegnate a sopprimere qualsiasi forma di resistenza, o persino semplice protesta, nella Cisgiordania occupata.

In verità, se i manifestanti a Qabatiya fossero stati accompagnati o meno da uomini armati, avrebbe fatto poca differenza. L’unica forma di protesta o raduno di massa attualmente consentiti in Cisgiordania sono quelli tenuti dagli stessi lealisti di Abbas, che lodano il suo nome e castigano i suoi nemici.

Lo scorso anno, l’Organizzazione Araba per i Diritti Umani nel Regno Unito ha accusato i servizi di sicurezza dell’ANP di utilizzare misure repressive contro attivisti palestinesi e di torturare psicologicamente e fisicamente i suoi oppositori; in altre parole, una replica delle politiche israeliane nei rapporti con i palestinesi. Coloro che sono spesso presi di mira dal Servizio di Sicurezza Preventiva (SSP) dell’ANP e da varie altre unità di intelligence includono studenti e detenuti precedentemente rilasciati.

Nel suo rapporto del 2020 su “Israele e Palestina”, Human Rights Watch (HRW) ha affermato che centinaia di palestinesi sono stati arrestati e torturati dalle forze di sicurezza dell’ANP per le “violazioni” più insignificanti.

“L’ANP ha detenuto 1.134 persone dal 21 aprile (2019)”, secondo i dati di HRW.

I gruppi per i diritti umani hanno anche riferito che “tra gennaio 2018 e marzo 2019, l’ANP ha arrestato 1.609 persone per aver insultato le ‘autorità superiori’ e aver creato ‘conflitti settari’, accuse che in effetti criminalizzano il dissenso pacifico e 752 persone per post sui social media”.

Mentre molti prigionieri palestinesi detenuti illegalmente in Israele si sottopongono a prolungati scioperi della fame chiedendo il rilascio immediato o migliori condizioni di detenzione, le notizie di prigionieri palestinesi in sciopero della fame nelle carceri dell’ANP spesso non vengono segnalate.

Ahmad al-Awartani, 25 anni, è uno dei migliaia di palestinesi a essere arrestato, sulla base di accuse vergognose, ai sensi della cosiddetta Legge sui Crimini Informatici, per un singolo post su Facebook in cui ha criticato l’Autorità palestinese.

Nell’aprile 2018, al-Awartani ha iniziato uno sciopero della fame che è passato quasi completamente inosservato dai media palestinesi, arabi e internazionali.

Arresti arbitrari, torture e violenze sono eventi regolari nella Palestina occupata. Mentre Israele è responsabile della maggior parte delle violazioni dei diritti umani palestinesi, l’ANP è parte integrante della stessa strategia israeliana.

Mentre è vero che le repressioni di Abbas vengono attuate appositamente per servire i suoi interessi personali, l’azione dell’Autorità Palestinese da, in definitiva, gli interessi di Israele, che mira a mantenere divisi i palestinesi e sta usando le forze di sicurezza dell’ANP come ulteriore livello di protezione per i suoi soldati e coloni.

Tenendo presente ciò, la morte di Zakareneh non può essere vista come un evento marginale nella lotta palestinese contro l’occupazione e l’apartheid israeliana. In effetti, l’Autorità Palestinese ha detto chiaro e tondo che la sua violenza contro i dissidenti palestinesi non è diversa dalla violenza israeliana contro qualsiasi forma di resistenza, ovunque in Palestina.

Le opinioni espresse in questo articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente la politica editoriale di Middle East Monitor.

(Foto: Mohammed Dahlan, ex alto funzionario palestinese di Fatah, il 16 settembre 2015 [STR/AFP/Getty Images]

Le forze di polizia dell’Autorità Palestinese possono mentre arrestano violentemente un uomo palestinese il 12 marzo 2017 [Issam Rimawi / Anadolu Agency]. 

Palestinesi che portano manifesti raffiguranti il presidente palestinese Mahmoud Abbas con una croce rossa durante una protesta contro di lui a Gaza [Ashraf Amra/Apaimages]).

Traduzione per InfoPal di Giulia Zeppi