Accanimento dei soldati israeliani su feriti e morti palestinesi

460_0___10000000_0_0_0_0_0_funeral_hebronImemc. Il capo della Procura Generale ad Hebron, Ashraf Mashal, ha riferito che le autopsie sui corpi di tre Palestinesi, uccisi dai militari israeliani lunedì ad Hebron, hanno rivelato che i soldati hanno sparato un eccessivo numero di proiettili contro di loro, persino dopo che questi erano morti.

Molti i casi simili, filmati, rivelano una sistematica politica di esecuzioni che includono l’accanimento post-mortem, in quanto vengono sparati un alto numero di proiettili contro Palestinesi che sono già deceduti.

Mashal ha raccontato al corrispondente da Hebron dell’agenzia Maan che il capo del Dipartimento di medicina legale della Cisgiordania meridionale, Ashraf al-Qadi, come il procuratore generale Majdi Reb’ey e il sostituto procuratore Fuad al-‘Awawda, hanno assistito all’autopsia.

I tre Palestinesi che sono stati uccisi dai militari israeliani in due episodi separati lunedì sono Qassem Farid Jaber, 31 anni, Amir Fuad al-Juneidi, 22, e Yousef Waleed Tarayra, 18 anni.

Mashal ha testimoniato che i soldati israeliani hanno sparato veri proiettili colpendo in testa i tre palestinesi, e sempre con proiettili veri, anche in altre parti del corpo.

Queste morti sono simili ad altri incidenti avvenuti quando l’esercito, o i coloni israeliani, non solo hanno sparato un numero eccessivo di proiettili, ma anche fucilato Palestinesi dopo averli già feriti e resi completamente inermi.

Un recente caso simile è il fatale omicidio di Mohammad Abu Khalaf, 20 anni, ucciso nella Gerusalemme occupata, il 19 febbraio 2016, la cui morte è stata filmata da Al-Jazeera.

Il video mostra come Abu Khalaf è stato prima colpito con due proiettili veri, seguiti da decine di altri colpi dopo che si trovava già ferito ed esanime a terra.

Lo staff dell’emittente del Qatar Al-Jazeera, giunto nella Gerusalemme occupata, ha affermato di essere stato testimone dell’esecuzione.

Lo staff stava filmando un documentario nella zona quando la sparatoria ha avuto luogo proprio alle sue spalle, e ha spostato l’attenzione della telecamera sugli eventi in corso, catturando l’orribile esecuzione dell’uomo, colpito da numerosi proiettili dopo che era già stato ferito e si trovava, esanime, a terra.

Un altro caso è stata la brutale uccisione di Hadeel Wajeeh ‘Awwad, 16 anni, del campo profughi di Qalandia, a nord della Gerusalemme occupata, ferita e uccisa il 23 novembre 2015, dopo che lei e una sua amica avevano tentato un attacco con un coltello.

La sua morte, e il serio ferimento della sua amica, è stata catturata da un filmato di sorveglianza, dove si vede chiaramente che entrambe vengono colpite e percosse, giacendo esanimi al suolo, dove i militari le aggrediscono ancora ripetutamente, uccidendo Hadeel e ferendo seriamente la sua amica.

Un’esecuzione simile è l’incidente che ha portato alla morte di Mahdi Mohammad Ramadan al-Mohtasib, ucciso dai militari il 29 ottobre 2015, ad Hebron, nella parte meridionale della Cisgiordania.

Il filmato dell’esecuzione mostra chiaramente come Al-Mohtasib prima colpito e ferito, giaceva già al suolo in preda al dolore, quando un soldato si è avvicinato ed ha sparato un secondo, mortale, colpo.

Traduzione di Marta Bettenzoli