Acqua delle fognature mescolata ad agenti chimici contro la manifestazione nonviolenta di Bil’in.

Ramallah – Infopal. Agenti chimici e acqua di fogna contro una manifestazione nonviolenta. E’ successo ieri a Bil’in, una cittadina nei pressi di Ramallah, in Cisgiordania: come consuetudine consolidata da tre anni a questa parte, ogni venerdì, una folla di cittadini palestinesi, pacifisti israeliani e internazionali si è radunata in corteo per protestare contro il Muro di Annessione e la confisca di terre, ma è stata accolta dai soldati israeliani con gettiti d’acqua delle fogne mischiata a sostanze chimiche pericolose.

I manifestanti non-violenti hanno marciato per le vie della cittadina esponendo foto di Yousuf Amera, 17 anni, e di Ahmed Moussa, 10, uccisi dall’esercito israeliano durante un analogo corteo che si è svolto a Nil’in la settimana scorsa.

Mentre si dirigeva verso il Muro di Annessione, la folla è stata colpita da getti di idranti che sparavano acqua sporca mescolata a una sostanza chimica di colore verde, puzzolente. Molte persone si sono sentite male.

Abdullah Abu Rahma, coordinatore del Comitato popolare contro il Muro e contro le attività coloniali di Bil’in, ha spiegato: "I soldati hanno iniziato a lanciare contro i manifestanti acqua delle discariche mescolata con le feci delle mucche e dei polli e ad altri agenti chimici, causando il vomito a decine di persone". E ha aggiunto: "Siamo rimasti sorpresi dal colore verde dell’acqua e dal suo odore, che è rimasto addosso ai vestiti per ore. Il Comitato popolare ha fatto analizzare l’acqua".

Abu Rahma ha sottolineato che l’esercito israeliano sta provando in tutti i modi a spaventare il movimento di protesta di Bil’in: in precedenza aveva usato semplicemente gettiti di acqua, poi acqua colorata e mischiata a gas, infine acqua delle fogne mescolata a gas e altre sostanze chimiche, e a gomme, scariche elettriche, spugne, palline di sale, sacchetti di fagioli. "Si tratta di strumenti pericolosi – ha aggiunto – che tuttavia non hanno indebolito la determinazione dei cittadini a manifestare in maniera pacifica".

Il corteo è riuscito a raggiungere l’area del Muro e ha marciato lungo il suo perimetro gridando slogan contro i soldati israeliani e contro i loro ufficiali che ordinano di sparare contro civili inermi. Poi, è nato un diverbio tra pacifisti e soldati sulla questione della "libertà di espressione" e di "protesta", e questi ultimi hanno iniziato a sparare gettiti di acqua inquinata.

Parallelamente, la Corte suprema israeliana ha concesso al governo di Tel Aviv 45 giorni di tempo per modificare il percorso del Muro che attraversa le terre di Bil’in. Il presidente del tribunale e altri due guidici hanno criticato il governo per aver ignorato la sentenza emessa un anno fa, che ordinava, appunto, di correggere il tracciato del Muro.

Nel 2005, infatti, gli abitanti di Bil’in avevano presentato un ricorso contro il sequestro dei loro terreni da parte delle autorità di occupazione israeliane – terreni destinati a ospitare il Muro di Annessione e l’ampliamento della colonia “Matityahu est”. Il 4 settembre 2007, il tribunale aveva deliberato che la costruzione del Muro su queste aree era "illegale" e aveva ordinato al governo di trovare un altro percorso meno lesivo per i diritti degli abitanti palestinesi.

Successivamente, i cittadini, assistiti dal loro avvocato, Mikhael Safard, avevano inviato al tribunale israeliano un documento in cui denunciavano il mancato rispetto della sentenza da parte delle autorità israeliane e la prosecuzione dei lavori di scavo nei loro terreni.

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