Il nuovo rapporto di Adalah, pubblicato la settimana scorsa, offre uno sguardo dettagliato ai dei piani israeliani e alle modalità in cui essi violano i diritti umani della comunità beduina.
L’obiettivo di base di Israele è trasferire i residenti di villaggi beduini palestinesi “non riconosciuti” – villaggi in cui hanno vissuto per decenni e alcuni dei quali esistono prima dell’istituzione dello Stato nel 1948 – in strutture temporanee per un periodo fino a sei anni.
Il piano israeliano di istituire campi di sfollamento per rifugiati beduini palestinesi deve essere compreso nel contesto di un annuncio del gennaio 2019, da parte dell’Autorità per i Beduini di Israele, che intendeva sfrattare 36.000 beduini a causa di “progetti di sviluppo economico” e di espansione delle aree di addestramento militare.
Questi piani, che dovrebbero interessare migliaia di famiglie, avranno conseguenze devastanti per l’intera popolazione beduina palestinese del Negev, sia nei villaggi non riconosciuti sia nelle città riconosciute dove verranno costruiti i campi profughi, secondo quanto affermato dal rapporto.
Traduzione per InfoPal di L.P.