Adalah: Israele garantisce ancora l’impunità totale alla polizia e alle sue forze armate

Il funerale di Asel Asleh – uno dei 13 Palestinesi uccisi dalla polizia israeliana – ad Arrabe, nell’ottobre 2000. (Foto: Adalah).

Haifa-Wafa. A distanza di oltre due decenni dalle uccisioni dell’ottobre 2000, Israele garantisce ancora una totale impunità alle sue forze di polizia e militari, ai vigilanti civili ebrei israeliani, quando i Palestinesi vengono uccisi o feriti, secondo quanto denunciato da Adalah – Centro legale per i diritti delle Minoranze arabe in Israele.

Ventidue anni fa, tra l’1 e l’8 ottobre 2000, con l’uccisione e il ferimento di decine di Palestinesi da parte delle forze israeliane nella moschea di al-Aqsa, a Gerusalemme, e in Cisgiordania, i cittadini palestinesi di Israele scesero in strada in forze per protestare. Durante queste proteste, in seguito conosciute come la Rivolta dell’ottobre 2000, gli agenti della polizia israeliana colpirono a morte 13 giovani palestinesi disarmati – 12 cittadini israeliani e uno residente a Gaza – ferendone centinaia di altri.

Più di due decenni dopo, Israele continua a usare misure repressive, forza eccessiva e armi illegali per disperdere le manifestazioni, in violazione della libertà di espressione dei Palestinesi e del loro diritto di protestare, ha affermato Adalah in una dichiarazione in ricordo dei 13 uccisi nelle città arabe in Israele.

Israele propone, inoltre, di introdurre una serie di misure draconiane che conferirebbero poteri ampi e indiscriminati alle forze di polizia israeliane nelle comunità arabe palestinesi in Israele, con il pretesto di combattere la criminalità in queste comunità. Questi atti sono una diretta continuazione delle politiche perseguite dal regime militare israeliano che è stato imposto ai cittadini palestinesi di Israele dal 1948 al 1966, ha aggiunto.

“Israele non ha ritenuto le sue forze armate responsabili dell’uccisione dei 13 Palestinesi negli omicidi dell’ottobre 2000, e i suoi leader politici e delle forze dell’ordine di aver costantemente incitato contro i cittadini palestinesi di Israele. La politica israeliana di impunità pressoché totale per la polizia e per le altre forze armate è evidente 1) nelle frequenti esecuzioni extragiudiziali di Palestinesi e nei raid pressoché notturni delle forze israeliane in tutta la Cisgiordania occupata; 2) nell’uccisione di civili e nell’estesa distruzione di proprietà civili a Gaza durante le offensive militari israeliane sulla Striscia di Gaza, più recentemente la scorsa estate; 3) nell’uccisione di oltre 200 Palestinesi a Gaza come dimostrato durante la Grande Marcia di Ritorno nel 2018-2019″, ha affermato Adalah.

Israele ha esteso la sua vasta politica di impunità includendo coloni ebrei israeliani e gruppi di vigilanti armati che attaccano i Palestinesi e le loro proprietà. Le autorità israeliane hanno scagionato tutti e cinque i sospetti ebrei israeliani dell’uccisione del cittadino palestinese di Israele, Mussa Hassouna, durante i fatti violenti del maggio 2021, con falsi pretesti e affermazioni infondate, inviando un chiaro messaggio che l’uccisione è consentita purché la vittima sia palestinese. Adalah ha impugnato questa decisione.

“Mentre commemoriamo il 22° anno delle uccisioni dell’ottobre 2000, Adalah continua a lottare per la giustizia e la responsabilità per tutti i Palestinesi davanti ai tribunali israeliani e ad altre autorità, e invita la comunità internazionale a protestare contro i continui crimini di Israele e le violazioni dei diritti umani contro i Palestinesi”, ha concluso Adalah nella sua dichiarazione.

Traduzione per InfoPal di Edy Meroli