Il ministero della Sanità palestinese ha riferito che il 18enne Tahrir Mahmoud Wahba, che era sordo, è morto martedì mattina 24 aprile.
L’adolescente è stato colpito dai proiettili delle forze israeliane durante le proteste di venerdì nel distretto di Khan Younis, vicino al campo profughi di Al-Awdah, nel sud della Striscia di Gaza.
La notte scorsa, il ministero aveva riferito che un “giovane” palestinese, identificato poi come Abdullah Muhammad Al-Shamali, era morto in seguito alle ferite riportate venerdì.
Al-Shamali abitava nella città di Rafah.
Secondo il ministero della Sanità, la morte di Wahba e Al-Shamali ha portato il bilancio totale delle vittime a Gaza da quando la “Grande Marcia di Ritorno” è iniziata, il 30 marzo, a 41 Palestinesi, inclusi almeno tre minori e un giornalista.
L’OMS ha anche criticato Israele per aver colpito il personale medico, affermando che 48 membri dello staff medico sono stati colpiti dal fuoco israeliano mentre cercavano di evacuare i feriti. Si ritiene che almeno 19 ambulanze siano state colpite dal fuoco dei cecchini o da gas lacrimogeni.
Le massicce proteste nonviolente di Gaza hanno visto migliaia di rifugiati palestinesi uscire e chiedere il diritto collettivo al ritorno nella loro terra natale.
La protesta di sei settimane si concluderà il 15 maggio, 70° anniversario della Nakba palestinese, o “catastrofe”, quando è stato creato lo stato di Israele dopo la deportazione forzata di quasi un milione di Palestinesi.
Prima delle proteste della scorsa settimana, gli esperti per i diritti umani dell’ONU hanno condannato “l’uso continuo di armi da fuoco, compresi i proiettili” da parte di forze israeliane “contro manifestanti palestinesi per lo più disarmati e gli osservatori”, invitando Israele a prendersi le proprie responsabilità secondo il diritto internazionale.
Traduzione per InfoPal di Edy Meroli