“Affari dei prigionieri”: l’occupazione abusa delle prigioniere palestinesi

Quds Press e PIC. Giovedì, dopo la sua visita alla prigione di Damon, l’avvocato della Commissione per i detenuti e gli ex detenuti, Hanan al-Khatib, ha rivelato i dettagli sulle terribili circostanze in cui le prigioniere palestinesi vengono interrogate e detenute nelle carceri israeliane.

Al-Khatib ha citato il caso della prigioniera Dunia Jaradat, 26 anni, arrestata il 7 agosto 2022, dopo che le forze di occupazione israeliane (IOF) avevano preso d’assalto la sua casa a Jenin, in Cisgiordania, senza informarla del motivo dell’arresto.

“Anche se la mia mano era rotta, sono stata ammanettata durante l’arresto”, ha detto Jaradat, aggiungendo che è stata poi trattenuta nella prigione di Al-Jalame, per indagini, per 14 giorni, prima di essere trasferita nella prigione di Damon.

“Il gabinetto è un buco nel pavimento, puzza, le coperte sono sporche e senza cuscino, la luce è fastidiosa”, ha aggiunto.

Al-Khatib ha spiegato che la prigioniera Jaradat soffre di mal di testa permanente a causa della presenza di acqua nel cervello, che richiede un esame mensile, “ma finora non è stata visitata”, oltre a un forte dolore alla mano dovuto alla frattura.

Al-Khatib ha menzionato anche il caso della 50enne Etaf Jaradat, imprigionata nel 2021 dopo che i suoi tre figli erano stati arrestati e la sua casa demolita.

“Etaf ha iniziato a soffrire di pressione alta e tachicardia e sta ricevendo 8 tipi di farmaci, poiché ha presentato due volte i sintomi dell’ictus ed è stata trasferita più volte in ospedale, il tutto in conseguenza del suo arresto”.

Sono 29 le detenute nella prigione di Damon, sette delle quali sono madri, oltre ad altre quattro rinchiuse nel centro di interrogatorio di Petah Tikva.

Da parte sua, la Palestine Prisoners Society (PPS) ha riferito che l’amministrazione carceraria israeliana ha costretto i prigionieri palestinesi a sottoporsi a controlli di sicurezza dopo che si erano rifiutati, in segno di protesta contro le loro condizioni di detenzione.

All’inizio di lunedì, i prigionieri palestinesi in tutti i centri di detenzione hanno deciso di restituire i pasti nell’ambito delle proteste contro le misure repressive del servizio carcerario israeliano.