Aggiornamenti dalla Carovana ‘Hope’.


Riceviamo da Monia Benini e Fernando Rossi, del PBC – Per il bene comune -, membri del Convoglio internazionale Hope partito lunedì 11 da Genova e Milano e diretto nella Striscia di Gaza.

Il Cairo, sabato 16 maggio

Di Monia Benini

Immancabile. Mentre l’incertezza ancora regnava sovrana, un'imbarzzante e pesante “sindrome del turista” ha colpito sia me che Fernando: a causa delle nostre condizioni, abbiamo dovuto rinunciare a quella che, pare, sia stata l’ultima giornata libera.

Così mentre Cristiano, Valerio, Maria Grazia, Daniele, Giovanni e Ali (gli amici che insieme a noi compongono il gruppo italiano), con il cooptato Jerry del Sinn Fein (che data la sintonia, ormai è diventato uno di noi) sono andati a visitare le Piramidi, Fernando ed io siamo stati
costretti ad una tappa forzata in albergo.
Per via di questo spiacevole inconveniente, però, ho potuto parlare con Ahmad e Arafat ed essere aggiornata sulle ultime novità. La nave con i mezzi è finalmente giunta ieri sera al porto di Alessandria, ed ora il suo carico attende di essere trasbordato su un altro cargo
verso Port Sayd. Sembra quindi che domani (domenica 17, ndr) sia il giorno della partenza
dal Cairo: ci trasferiremo a Port Sayd per circa due giorni e poi ci sposteremo, anche in virtù della disponibilità manifestata con le autorità egiziane, verso Rafah.

Cosa aggiungere?  Finalmente si stia avvicinando il momento per la Carovana della Speranza di cominciare a muovere i primi passi su suolo egiziano, verso l’obiettivo finale della consegna  dei medicinali e dei mezzi di soccorso agli ospedali di Gaza.

………………………………………….


di Monia Benini

Il Cairo, 15 maggio. Venerdì. Qui è giorno di festa, e quindi anche per i nostri preparativi è tutto fermo.

Nonostante le premesse negative, la giornata di ieri,ci ha visti impegnati su più fronti in merito alla Carovana della Speranza.

Nella mattinata Fernando Rossi, Arafat Madi e Ahmad ed io siamo stati ricevuti dal responsabile ufficiale del ministero degli Affari Esteri egiziano (lo stesso che dal 1° giugno diventerà ambasciatore egiziano in Cisgiordania). Fernando, quale capo delegazione, ha così avuto modo di spiegare il target umanitario della missione, precisando la composizione del convoglio e quella della delegazione stessa. In risposta a questo, le indicazioni del responsabile sono state molto chiare: non è possibile che il convoglio attraversi il territorio egiziano da Alessandria sino a Rafah. Sarebbe troppo esposto ad attacchi e quindi per ragioni di sicurezza, il percorso iniziale ci è stato rigorosamente vietato. Le trattative per la programmazione del viaggio avvengono infatti con la mediazione del ministero degli Affari Esteri verso l’intelligence egiziana. Preso atto di questa situazione, abbiamo proposto loro di trasbordare il carico da Alessandria (su un’altra imbarcazione) verso Port Al Sayd, meno trafficato e più vicino a Rafah, in modo da ridurre il tragitto da percorrere via terra. La proposta è stata accettata, anche se sono state evidenziate altre difficoltà. Secondo l’intelligence locale, infatti, la delegazione internazionale sarebbe troppo “nutrita” per poter essere controllata in modo efficace. Abbiamo dunque spiegato all’Ufficiale che essendo 40 i mezzi che compongono la Carovana, solo con gli autisti ed i loro assistenti, si raggiunge il numero di 80 partecipanti; dopodichè vi sono politici e parlamentari, e quindi dovremo riuscire ad attraversare il valico in un centinaio di persone. Ci è stato detto che i meccanismi che consentono l’accesso al valico di Rafah sono tali per cui sarebbe preferibile frammentare la delegazione, ma su questo Arafat è stato fermo: dobbiamo consegnare mezzi, medicinali, generi sanitari di primo soccorso ai medici oltre il valico. Non avrebbe senso consentire a Parlamentari di entrare a Gaza come osservatori e non per il motivo principale della urgente missione sanitaria. L’incontro si è dunque concluso con una serie di questioni ancora da risolvere in via definitiva.

Nel pomeriggio invece, l’Ambasciatore italiano al Cairo ha finalmente ricevuto Fernando, Ahmad e me (Arafat era impegnassimo ad affrontare gli ostacoli e le difficoltà dovuti al trasbordo del carico su mezzi in grado di entrare nel nuovo porto). Fernando ha spiegato all’ambasciatore Pacifico che si tratta di una missione a carattere umanitario e che non vuole essere un espediente politico. Abbiamo il compito di consegnare agli ospedali e ai medici di Gaza materiali sanitari che per molte persone rappresentano la speranza di vita, una possibilità di salvezza. L’Ambasciatore ha apprezzato l’intento della missione, plaudendo all’iniziativa, orgoglioso del fatto che un italiano (Fernando) sia il capo del convoglio. Tuttavia alla fine ci ha voluto dare 3 consigli, evidenziando però tutte le difficoltà e i rischi della missione stessa: una precedente spedizione inglese, che aveva dichiarato come obietti vo prioritario il sostegno politico ad Hamas, ha incontrato l’ostilità delle componenti “moderate” e filo-occidentali del mondo arabo. Pacifico ha sottolineato come gli stessi servizi egiziani non siano riusciti ad impedire che il convoglio fosse pesantemente attaccato prima di Rafah. La natura politica di tale spedizione è ora usata per “vagliare” il destino degli altri convogli umanitari diretti a Gaza, con la motivazione che sosterrebbero una delle fazioni palestinesi che si scontrano fra loro. Per questo motivo l’Ambasciatore ci ha chiesto di evidenziare chiaramente il fatto che non vi sono finalità politiche e di propaganda per la nostra missione.

In secondo luogo, ci è stato detto di seguire alla lettera le indicazioni delle autorità di sicurezza egiziane, in modo da non creare frizioni o tensioni. Per ultimo, ma primo per importanza, ci è giunto il suggerimento di chiarire ed indicare espressamente chi sarebbero stati i nostri contatti oltre il confine a Rafah, specificando nettamente che tutto il materiale sarà consegnato ai dirigenti sanitari e al personale medico degli ospedali, e non alle autorità politiche e amministrative di Gaza. Preso atto degli stretti rapporti fra l’Italia e l’Egitto e confidando nel sostegno dell’Ambasciata, partendo dall’obiettivo prioritario che è quello di consegnare le attrezzature, i veicoli e i medicinali a Gaza, abbiamo espresso la nostra disponibilità a seguire tali indicazioni che assecondano le condizioni poste dalle autorità egiziane, raggiungono l'obiettivo di farci condurre a termine la missione e non ledono i diritti civili dei singoli parlamentari e rappresentanti delle varie organizzazioni coinvolte nel convoglio.

La giornata è poi proseguita con l’intervista rilasciata per una produzione di giovani ragazzi londinesi: tre giovani che hanno deciso di registrare con un film la vicenda della Carovana della Speranza. A Fernando e a me sono quindi state rivolte domande sugli obiettivi del convoglio, sulla situazione a Gaza, sulla situazione internazionale e sulla delegazione che accompagna questo viaggio. La cosa piacevole è stata, con l’arrivo di Valerio e Cristiano, del coordinamento nazionale di PBC, operatori ufficiali (video e foto) dell’iniziativa, rovesciare le parti, e capire – attraverso un’intervista – le ragioni che spignono tre giovanissime persone a scommettere su questa iniziativa. Ci hanno infatti spiegato del loro impegno in alcune ONG per realizzare corsi di circo e spettacoli per i bambini: un modo di coinvolgere e di alleggerire l'esistenza di giovani vite devastate dalle guerre. Iraq, Zimbabwe, Cisgiordania, ed ora a Gaza, con la speranza di portare in dono almeno un sorriso ai bambini palestinesi.

La giornata di oggi è invece iniziata sotto le insegne dell’incertezza (oltre ad uno spiacevole guasto alla rete internet dell'albergo, ragione per la quale riesco a scrivere solo ora): essendo festa, infatti, non vi era nulla di programmabile. Abbiamo lavorato per registrare un’intervista ad Ahmad (referente di The European Campaign to End the Siege on Gaza) e con il referente del Sinn Fein, anch’egli parte della delegazione. Proprio con Gerry MacLochlainn, del Consiglio della città di Derry (Nord Irlanda), ho avuto un lungo e sorprendente colloquio, che ha via via rallegrato entrambi, dal momento che esponendo le analisi, le posizioni politiche e le proposte programmatiche del Sinn Fein e di “Per il bene comune” , ci si interrompeva reciprocamente scambiandosi apprezzamenti per la comunanza delle posizioni. Probabilmente questo contatto, estremamente positivo, con tinuerà nel tempo, con scambi di vedute, di documenti, di proposte e, spero, di incontri (con la non piccola differenza che il Sinn Fein è il secondo partito dell‘Irlanda del Nord).

Per il resto del tempo, Valerio, Cristiano e Fernando e io abbiamo deciso di passeggiare nelle vie de Il Cairo che solitamente non sono frequentate dal turismo di massa. Una lunga camminata fra la gente del posto, fra mercati locali, banchi di pane, spezie, frutta e verdura, mentre dalle moschee veniva diffuso la lettura delle sure coraniche. E così, nel mezzo della scoperta della cultura e della tradizione mediorientale, è riaffiorata quella tolleranza, così spesso sconosciuta in Italia: una tolleranza fatta anche dalla convivenza fianco a fianco di chiese cattoliche che sorgono vicino a moschee e minareti.

Mentre ci accorgiamo di riflettere su quanto l’informazione sia manipolata in Italia e nel mondo occidentale a proposito dello scontro fra religioni, fra “cultura occidentale” e musulmani, arrivano altri segnali a farci capire che i preconcetti che portiamo dentro a causa della propaganda mediatica sono del tutto errati. Le persone comuni del posto dimostrano nei nostri riguardi una estrema cortesia e sono molto ospitali, da farci quasi sentire in imbarazzo: un saluto da un tassista di passaggio al quale abbiamo appena rifiutato una corsa, un sorriso da una splendida signora avvolta in un velo multicolore, un assaggio di frutta secca da un negoziante davanti al quale eravamo sfilati quasi distrattamente, un cenno di simpatia e di benvenuto… saranno questi i rappresentanti della cultura che viene spacciata come nemica dell’Occidente?

http://www.perilbenecomune.org/index.php?mod=blabla&menu_id=&news_id=135&myaction=read_news
al link il video del reportage della giornata, con interviste ad Ahmad (referente di The European Campaign to End the Siege on Gaza) e Gerry MacLochlainn (referente del Sinn Fein) del Consiglio della città di Derry (Nord Irlanda), anchegli parte della delegazione “La Carovana della Speranza”.

Intervista ad Ahmad (referente di The European Campaign to End the Siege on Gaza)
e Gerry MacLochlainn (referente del Sinn Fein) del Consiglio della città di Derry (Nord Irlanda),
anchegli parte della delegazione “La Carovana della Speranza”

oppure  link: http://www.youtube.com/watch?v=CwJvT7C8jM8

Carovana della Speranza: 14 maggio
Carovana della Speranza: 13 maggio
Carovana della Speranza: Presentazione e conferenza stampa

……….………….

Bruxelles – Infopal. 15 maggio.

I deputati europei membri del Convoglio “HOPE”, diretto nella Striscia di Gaza, hanno raggiunto la capitale egiziana prima dell’arrivo della nave-cargo, in rotta verso il porto di Alessandria, previsto per oggi.

Cargo e delegazione proseguiranno poi verso il valico di Rafah, da dove tenteranno di entrare nella Striscia assediata.

In un comunicato stampa diffuso ieri, Rami Abdo, coordinatore del convoglio, ha dichiarato: “I 12 parlamentari europei membri della delegazione e provenienti da Italia, Grecia, Svizzera, Irlanda e Gran Bretagna parteciperanno alla consegna degli aiuti sanitari a Gaza”.

Il convoglio è composto da 40 camion di media grandezza, contenti attrezzature mediche, e da 12 ambulanze donate da singoli e da organizzazioni non governative. Il totale dei partecipanti è di oltre 150 persone, comprese personalità di spicco e disabili.

Da parte sua, La European Campaign to end the siege on Gaza, promotrice della Carovana, ha espresso la speranza che le autorità egiziane permettano al convoglio di attraversare il valico di Rafah.

E ha aggiunto: “Si tratta di un convoglio sanitario, di sostegno umanitario. Sono in corso contatti con i funzionari egiziani al fine di agevolare l'ingresso della Carovana. I segnali a nostra disposizione fino a questo momento, sono positivi”.

'Hope' è partito dal porto italiano di Genova, guidato dal senatore Fernando Rossi.

Notizie correlate:

Aggiornamenti dal Convoglio 'Hope' dell'European Campaign to end the siege on Gaza.

E' partito il Convoglio 'Hope' dell'European Campaign to end the siege on Gaza.

Il Convoglio 'Hope For Gaza' in partenza dal porto di Genova.

Convoglio 'Hope' per Gaza, conferenza stampa a Genova.

Milano, è partito il Convoglio 'Hope' dell'European Campaign to end the siege on Gaza.

Milano, Convoglio 'Hope' dell'European Campaign to end the siege on Gaza: arrivano i primi camion.

In preparazione il convoglio 'Hope' dell'European Campaign to end the siege on Gaza.

'Diversamente abili' in testa al convoglio per Gaza

Carovana 'Hope' della European Campaign to end the siege on Gaza: molte le adesioni europee.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.