Aggressioni alla Moschea di Al-Aqsa, Bardawil: ‘Dov’è l’Unesco?’

Gaza – Pic. Salah al-Bardawil, rappresentante parlamentare di Hamas, ha espresso venerdì il proprio sgomento di fronte all'assenza dell'UNESCO e delle organizzazioni umanitarie internazionali nei confronti della protezione dei siti storici e religiosi nella Gerusalemme occupata e in Cisgiordania.

Durante un corteo organizzato a Khan Yunis, al-Bardawil ha quindi esortato la comunità internazionale ad assumersi le proprie responsabilità e a svelare le violazioni che Israele ha commesso ai danni delle moschee di al-Aqsa e Ibrahimi.

Il portavoce ha inoltre evidenziato la necessità di una terza Intifada, che punti a difendere i siti islamici dall'ebraicizzazione forzata.

Un invito è stato rivolto anche ai leader arabi perché restino al fianco del popolo palestinese e non diano a Israele l'opportunità di persistere nei propri crimini, ovvero non accettino di negoziare con la parte israeliana.

“Tagliate immediatamente i vostri rapporti commerciali, politici ed economici con lo stato [d'Israele], e passate ai fatti. Dovrebbe essere un onore per voi fronteggiare le politiche che affliggono i luoghi sacri” ha incalzato al-Bardawil.

Le sue dichiarazioni sono state rilasciate durante le manifestazioni di massa organizzate venerdì da Hamas nel campo profughi di Jabaliya e a Khan Yunis, in risposta al giorno della rabbia chiesto dal premier palestinese Ismail Haneyya a sostegno dei luoghi islamici a Gerusalemme e in Cisgiordania.

Durante le dimostrazioni, le decine di migliaia di presenti hanno cantato slogan che incitavano a scatenare la resistenza palestinese in Cisgiordania, per rispondere ai crimini israeliani.

A Jabaliya, il leader e parlamentare di Hamas Mushir al-Masri ha fatto notare il pericolo che la politica di ebraicizzazione del patrimonio culturale islamico faccia saltare in aria l'intero Medio Oriente.

Al-Masri ha quindi chiesto di non riprendere i negoziati di pace, dal momento che ciò fornirebbe all'occupazione una copertura per proseguire nei suoi abusi.

Sempre a Jabaliya, migliaia di manifestanti hanno partecipato a un altro corteo organizzato lo stesso giorno dal movimento del Jihad islamico, a favore della resistenza e dei luoghi di culto.

 

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