Tunisi – PIC. L’attivista palestinese Ahed Tamimi e la sua famiglia hanno incontrato il presidente tunisino Beji Caid Essebsi durante una visita in Tunisia, martedì 2 ottobre.
La visita di Tamimi in Tunisia è una “forma di ringraziamento per la lotta e per i sacrifici delle diverse generazioni di palestinesi”, ha dichiarato Essebsi, secondo quanto riportato da un comunicato stampa presidenziale.
“E’ anche il simbolo del riconoscimento della legittimità della causa palestinese e del suo valore per il popolo palestinese”, ha aggiunto il comunicato.
Nel corso della riunione, Essebsi ha dichiarato che la Tunisia continuerà a sostenere il popolo palestinese nel suo diritto a costruire uno Stato indipendente.
Tamimi ha ringraziato Essebsi per averla invitata in Tunisia.
“La Tunisia è il primo Paese arabo che ci abbia invitati per parlare della nostra causa, cosa eccezionale per noi. Speriamo che la liberazione della Palestina cominci dalla Tunisia”, ha dichiarato Tamimi.
L’Unione Generale Tunisina per il Lavoro organizzerà una cerimonia in onore di Tamimi e della sua famiglia, ha annunciato il gruppo Facebook.
La visita di Tamimi coincide con il 33º anniversario dell’operazione israeliana “Gamba di Legno”, nel corso della quale le forze di aviazione israeliana hanno attaccato il quartier generale dell’organizzazione di liberazione della Palestina (OLP) in Tunisia, dove all’epoca l’organizzazione aveva la sua sede.
Decine di palestinesi e di tunisini sono rimasti uccisi durante quell’operazione, condannata dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Ahed Tamimi, 17 anni, è diventata il simbolo della resistenza palestinese contro l’occupazione israeliana quando è stata filmata mentre tirava uno schiaffo a un soldato israeliano davanti alla sua casa in Cisgiordania occupata nel dicembre scorso.
Quelle immagini sono diventate virali sul web e l’adolescente palestinese è stata arrestata e condannata a 8 mesi di prigione da un tribunale militare israeliano.
Liberata a luglio, Ahed è stata accolta come un’eroina nei Territori palestinesi occupati e all’estero.
Traduzione per InfoPal di Chiara Parisi