Al-Batash: non vogliamo tornare ad un accordo che impone l’assedio e che ci sottrae la libertà.

GazaInfopal

Khaled al-Batash, dirigente del Jihad Islamico, ha affermato che il suo movimento "non vuole tornare a un accordo palestinese o internazionale che imponga l’assedio al popolo palestinese e che permetta all’occupazione israeliana di controllare i passaggi impedendo anche l’entrata delle merci".

E ha aggiunto: "Noi del Jihad Islamico, quando è stato firmato l’accordo per i valichi, nel 2005, non abbiamo partecipato, perché sapevamo che era ingiusto. L’Autorità nazionale lo ha accettato per le pressioni subite e per la situazione in generale. Ora dopo l’assedio e la sollevazione popolare, le cose devono cambiare e non dobbiamo tornate alla forma precedente che ha permesso all’occupazione di impedire ai cittadini di muoversi".

E ha precisato: "Vogliamo frontiere come quelle tra Egitto e Libia oppure tra Egitto e Sudan. Non ci devono essere mediatori tra noi e l’Egitto. La sollevazione del popolo palestinese è esplosa a Gaza a causa dell’ingiusto assedio. Se la questione del passaggio non verrà risolta in maniera seria, il popolo si ribellerà di nuovo, e ci saranno nuove disgrazie".  

Per quanto riguarda la proposta lanciata dal rabbino Ashkinazi per costituire uno stato palestinese nel deserto egiziano del Sinai e trasferirvi gli abitanti di Gaza, al-Batash ha risposto: "La nostra posizione è chiara, noi siamo i proprietari storici di questa terra, non ne accettiamo un’altra. Questa è la nostra storia, noi siamo attaccati a tutti i nostri diritti in Palestina, se ne vadano Ashkinazi, i coloni e gli occupanti".

Per quanto riguarda le dichiarazioni del presidente americano George Bush, che ha invitato alla "convivenza di due stati, uno israeliano e un altro palestinese", al-Batash ha affermato: "E’ chiaro che George Bush è impazzito. Il suo livello politico è pazzesco: un mese fa, durante il suo viaggio in Palestina, aveva appoggiato la nascita di uno stato ebraico per gli israeliani, oggi chiede due stati democratici. Quest’uomo non ricorda più cosa dice: alla conferenza di Annapolis si è impegnato per la nascita di uno stato palestinese entro l’anno 2008; ora rivela la sua verità: è impotente a realizzare la promessa anche solo di un misero sogno di stato palestinese".

 

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