Al-‘Issawi: lo sciopero è la mia ultima pietra da lanciare contro l’occupazione

Betlemme-Ma’an. Dopo 214 giorni consecutivi di sciopero della fame, Samer al-‘Issawi ha affermato che la sua morte rappresenta  una vittoria, per il fatto di aver rifiutato di arrendersi all’occupazione israeliana.

In una lettera scritta al giornale inglese The Guardian, al-‘Issawi ha affermato: “Non preoccupatevi se il mio cuore dovesse fermarsi, sono ancora vivo, ora e anche dopo la mia morte, perché Gerusalemme scorre nelle mie vene. Se muoio, è una vittoria,.. Se venissimo liberati, è sempre una vittoria, perché in entrambi i casi mi sono rifiutato di arrendermi all’occupazione, alla tirannia e all’arroganza israeliana”. E ha aggiunto ”La mia salute è deteriorata notevolmente, ma continuerò il mio sciopero della fame fino alla vittoria o al martirio. Questa è l’ultima pietra in mio possesso, da scagliare contro i tiranni e i carcerieri, in faccia all’occupazione razzista che umilia il nostro popolo”.

Al-‘Issawi ha chiesto al governo britannico di imporre sanzioni contro Israele fino a quando non ponga fine alla sua occupazione della terra palestinese, riconosca i diritti dei palestinesi e liberi tutti i prigionieri politici.

“Israele non avrebbe potuto proseguire la sua oppressione senza il sostegno dei governi occidentali,” ha scritto al-‘Issawi, sottolineando la responsabilità storica del Regno Unito “nella tragedia del mio popolo”.

Il detenuto palestinese in sciopero della fame ha affermato che “Israele impiega le stesse leggi emanate durante il mandato britannico sulla Palestina per opprimere i suoi abitanti, ricordando che le stesse autorità britanniche condannarono a morte suo nonno.

Al-‘Issawi ha affermato che le forze israeliane hanno ucciso il suo fratello sedicenne nel 1994, e hanno imprigionato gli altri quattro e la sua sorella, demolito la casa di un suo fratello e tagliato l’acqua e la corrente nell’abitazione di sua madre.

“La mia famiglia, così come tutti gli abitanti della mia amata città, Gerusalemme, sono continuamente perseguitati e attaccati, ma nonostante ciò, essi continuano a difendere i diritti dei palestinesi e dei prigionieri”. Ha aggiunto Samer.

Al-‘Issawi è stato arrestato il 7 luglio scorso, con l’accusa di essersi allontanato da Gerusalemme, violando i termini del suo rilascio, avvenuto nel quadro dell’accordo di scambio di prigionieri del 2011.

Il 1° agosto scorso, egli ha proclamato lo sciopero della fame per protestare contro la sua detenzione illegale e la violazione israeliana della sua amnistia.

La scorsa settimana, al-‘Issawi è stato trasferito dalla prigione di Ramle al centro medico di Kaplan. Il suo avvocato, Jawad Bolous, ha riferito che il ricovero è dovuto al calo pericoloso della pressione del suo assistito.