Al-Jazeera rilascia immagini del proiettile che ha ucciso Shireen Abu Aqleh

Gerusalemme/al-Quds – MEMO. Al-Jazeera ha pubblicato giovedì un’immagine del proiettile che il mese scorso ha ucciso la giornalista palestinese-statunitense Shireen Abu Aqleh.

La rete di notizie ha detto che la foto mostrava il tipo di munizioni usate per uccidere Abu Aqleh.

Gli esperti balistici e forensi hanno concluso che il proiettile con punta verde è stato progettato per perforare le armature e viene utilizzato nei fucili M4, ha affermato Al-Jazeera, osservando che il proiettile è stato estratto dalla testa di Abu Aqleh.

“Il proiettile è stato analizzato utilizzando modelli 3D e, secondo gli esperti, era un calibro di 5,56 mm, lo stesso utilizzato dalle forze israeliane. Il proiettile è stato progettato e prodotto negli Stati Uniti”, hanno affermato gli esperti.

I risultati del rapporto iniziale di medicina legale indicavano che la causa diretta della morte era un danno cerebrale a seguito dell’impatto di un proiettile ad alta velocità. Il proiettile è penetrato nel cranio, provocando una ferita d’ingresso, e poi è uscito dalla cavità, provocando un’altra ferita. In seguito, il proiettile ha colpito la parte interna dell’elmetto protettivo, rimbalzando e conficcandosi nei tessuti danneggiati all’interno del cranio.

Il quotidiano israeliano Haaretz ha riferito che l’indagine dell’esercito israeliano ha mostrato che Abu Aqleh si trovava a 150 metri dalle forze israeliane quando è stata uccisa a colpi d’arma da fuoco.

Secondo il giornale, i soldati israeliani dell’Unità 217, spesso chiamati Duvdevan, erano presenti durante la morte di Abu Aqleh e hanno sparato alcuni colpi.

Israele ha assassinato la giornalista di Al-Jazeera Shireen Abu Aqleh l’11 maggio, mentre stava seguendo l’assalto dell’esercito d’occupazione al campo profughi di Jenin. La 51enne indossava un giubbotto antiproiettile che mostrava chiaramente la parola “Press – stampa, in inglese” e indossava un casco, ma è stata comunque colpita alla testa da un cecchino israeliano. Anche i suoi colleghi sono stati colpiti mentre cercavano di salvarla.

Anche coloro che trasportavano la bara al suo funerale sono stati picchiati con manganelli quando la polizia israeliana ha represso il suo corteo funebre, mentre viaggiava attraverso la Gerusalemme Est occupata.