Al-Khudari ha affermato: “Il popolo palestinese si aspettava di più da lui, per cambiare la situazione a Gaza e far finire l'embargo, ma le sue dichiarazioni non fanno ben sperare”.
“Ban Ki Moon non è entrato nell'argomento dei profughi causati dall'aggressione, di coloro le cui case sono state distrutte, i cui campi sono stati devastati… di quelli che sono rimasti mutilati… di chi ha dovuto chiudere le fabbriche a causa del divieto d'ingresso del carburante… dei disoccupati… della crisi nel settore dell'elettricità… dei valichi chiusi… di tutti i progetti fermi… della difficile situazione sanitaria… e di tutte le conseguenze disastrose dell'embargo”.
Al-Khudari ritiene che il patrocinio di Ban Ki Moon ad un progetto edilizio dell'Unrwa a Khan Younis riguardante 150 unità abitative sia ben poca cosa rispetto ai progetti, ormai fermi, concernenti 2.200 unità abitative in tutta Gaza fermi però da quattro anni a causa dell'embargo.
150 unità abitative sono infatti già pronte di fatto dal 2006, e mancano solo dei passi finali per renderle abitabili, ma a causa di problemi causati dagli occupanti ciò non è stato possibile.
Ban Ki Moon, inoltre, non è entrato nel merito di decine di progetti internazionali per il miglioramento delle infrastrutture, delle reti idriche e fognarie, ma anche edilizi ecc.
Al-Khudari sottolinea pertanto che la cosa più imbarazzante è che Ban Ki Moon non ha parlato della crisi nel settore edilizio a Gaza causata da chi ha distrutto le case durante l'aggressione, malgrado egli abbia incontrato, all'inizio della sua visita, decine di famiglie senzatetto nel nord di Gaza.