Al-Mezan: ‘4.773 palestinesi uccisi in 11 anni’

Gaza – InfoPal. “Al-Mezan”, organizzazione palestinese per i diritti umani, ha pubblicato un rapporto nel quale si elencano le perdite in termini di vite umane negli undici anni che separano la data odierna dallo scoppio dell'Intifada al-Aqsa, nel settembre 2000.

4.773 palestinesi sono stati uccisi, 1.074 sono bambini e 223 donne.

Nel presentare al pubblico l'ultimo resoconto, ieri, in conferenza stampa, i relatori di Al-Mezan hanno ricordato la passeggiata provocatoria di Ariel Sharon – scortato da numerosi poliziotti e agenti di sicurezza – sulla spianata della moschea di Al-Aqsa, ad al-Quds (Gerusalemme), e i violenti scontri con i palestinesi. I morti e i numerosi feriti delle prime ore di Intifada.

“Da allora – dichiara il gruppo per i diritti umani – i crimini di Israele contro il popolo palestinese non si sono mai fermati, e lo Stato ebraico ha dimostrato di non avere alcuna considerazione per le norme internazionali di diritto umanitario”.

A causa dell'offensiva israeliana (Operazione Piombo Fuso 2008-2009) contro la Striscia di Gaza, nel territorio costiero si registra un'impennata dei dati relativi a uccisioni, ferimenti e proprietà distrutte.

Proprietà palestinesi danneggiate/distrutte da Israele:
– 19.022 case danneggiate;
– 4.694 distrutte completamente;
– 40.779 ettari di terra agricola deturpata;
– 1.028 edifici ad uso pubblico distrutte (scuole, luoghi di culto e altre istituzioni);
– 1.308 attività commerciali distrutte;
– 542 impianti di produzione industriale distrutti;
– 1.239 autovetture distrutte.

“La situazione umanitaria e dei diritti umani è sempre più preoccupante a causa del persistere dell'assedio illegale voluto da Israele su Gaza: ogni aspetto della vita dei palestinesi qui è colpito dal blocco, in particolare il settore della salute.

“L'anniversario dell'Intifada al-Aqsa coincide con un escalation del processo di ebraicizzazione di Gerusalemme e con l'espulsione della sua popolazione palestinese originaria, compresi i legittimi rappresentanti.

“Continua a pieni ritmi la costruzione del Muro d'Apartheid e di colonie israeliane nella Cisgiordania occupata, sotto lo sguardo della comunità internazionale inerme che non fa nulla per proteggere la popolazione civile, né per garantire l'applicazione delle risoluzioni Onu con le quali si riconosce il diritto nazionale dei palestinesi.

“Attraverso le quotidiane violazioni, e con l'estensione della zona cuscinetto (buffer zone), Israele ha ridotto la terra agricola di Gaza dal 17% al 35% del totale dell'area agricola a disposizione. Come conseguenza, centinaia di famiglie palestinesi non dispongono più di una fonte di sostentamento e corrono un altissimo pericolo di vita quando provano ad avvicinarsi per lavorare le terre o per i raccolti.

Violazioni israeliane alla pesca di Gaza. A Gaza continua anche l'assedio israeliano all'attività ittica. I pescatori palestinesi di Gaza sono interdetti dallo scendere in mare oltre le tre miglia nautiche e sono continuamente sottoposti alle aggressioni della Marina israeliana, la quale, senza alcun motivo, confisca loro le barche e, in maniera deliberata, distrugge l'attrezzatura di lavoro.

– 193 pescatori palestinesi sono stati sequestrati in 59 episodi;
– in 209 casi, gli israeliani hanno aperto il fuoco contro i pescatori di Gaza uccidendone sei e ferendone 22;
– 68 le barche palestinesi sequestrate e danneggiate da Israele.

“Il silenzio della comunità internazionale amplifica l'impunità di cui ha sempre goduto Israele.
Lo Stato ebraico non conosce livelli di gravità e, puntualmente, attacca con lo scopo di uccidere e di appropriarsi di terra palestinese”.

Sul Muro d'Apartheid. “L'Apartheid prodotta dal Muro in Cisgiordania, le demolizioni e l'espansione coloniale sono il riflesso della politica ufficiale di Israele.
E proprio il il Muro d'Apartheid rappresenta il mezzo e l'obiettivo di rilievo della politica coloniale israeliana, lo dimostra l'inosservanza del governo di Israele per il parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia nel quale si rimarcava lo status di terra occupata dei Territori palestinesi.
Quanto a diritti umani, insieme a quel parere giuridico-legale, si devono qui menzionare anche le violazioni israeliane alla IV Convenzione di Ginevra”.

“I crimini commessi da Israele nell'ultimo decennio non possono restare imputi, né proseguire nel silenzio generale. Si richiede, pertanto, di perseguire legalmente i responsabili israeliani dei singoli crimini contro i palestinesi, come gli israeliani responsabili di aver compiuto crimini di guerra”.

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