'Al-Qaeda' sta aprendo la strada a una base Nato in Libano?

"AL QAEDA" STA APRENDO LA STRADA AD UNA BASE NATO IN LIBANO?

 

 

Libano A CURA DI: WAYNE MADSEN REPORT

Lo scorso mese Wayne Madsen Report ha riferito: “ Le nostre fonti libanesi così come il quotidiano libanese Aldiyar riferiscono attualmente che presto verrà costruita una base Nato sul terreno di una grossa base aerea abbandonata a Klieaat nel Libano settentrionale. La base servirà per i quartieri generali di una forza di dispiegamento rapido della Nato, per squadroni di elicotteri e unità delle forze speciali sebbene la storia di copertura preparata dai governi Usa e il libanese è che la base fornirà addestramento per l’esercito libanese e le forze di sicurezza. La costruzione della base è stata spinta da elementi nell’ufficio del segretario alla difesa Usa e del consiglio di stato maggiore [Joint Chiefs of Staff]. L’amministrazione Bush ha recentemente avvertito il Libano sulla presenza di squadre di al Qaeda nel Libano settentrionale.”

Proprio come se agisse su suggerimento della Casa Bianca di Bush, un nuovo “gruppo terroristico” chiamato Fath al-Islam ha iniziato delle operazioni nelle vicinanze della base aerea di Kleiaat (si scrive anche Qlei-at) nella serata del 20 maggio. Fath al-Islam ha disposto degli ostacoli stradali per impedire a unità dell’esercito libanese provenienti da Tripoli di raggiungere il campo profughi di Nahr al-Bared nei sobborghi di Tripoli, teatro di combattimenti tra l’esercito libanese e Fath al-Islam che hanno avuto come esito l’uccisione e il ferimento di decine di soldati libanesi.

Con attività di “al Qaeda” nel Libano settentrionale gli Usa sono pronti ad assumere il controllo della base aerea di Kleiaat.

Si pensa che Fath al-Islam sia nata tramite finanziamenti e altri aiuti provenienti dalla C.I.A. e dalle forze falangiste libanesi in modo che servisse da contrappeso a Hezbollah. In realtà Fath al-Islam è stata progettata per fornire all’amministrazione Bush, alla Nato e al governo di Fouad Siniora un pretesto per garantire all’esercito Usa e alla Nato l’accesso al Libano settentrionale e alla base aerea di Kleiaat. Le attività di Fath al-Islam vengono già fatte risalire ad unità di "Al Qaeda" operanti nel Nord del paese.

Fonte: http://www.waynemadsenreport.com/
21.05.2007

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da ALCENERO

 
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Si legga questo articolo premonitore:
Libano: venti di guerra. Come l’occidente sta armando la guerra civile
di Giancarlo Chetoni – 25/04/2007

Il governo libanese di Fuad Siniora ha beneficiato dal novembre 2006 ad oggi di aiuti militari provenienti dall’Europa per oltre 35 milioni di euro. Il Pentagono dal canto suo ha destinato ad emissari del primo ministro altri 39 milioni di dollari per l’addestramento e l’equipaggiamento delle forze armate libanesi e sta consegnando, utilizzando il porto di Beirut, 285 veicoli blindati leggeri da ricognizione Humvee per equipaggiare non meglio identificate “forze speciali”. Il finanziamento approvato da Camera dei Rappresentanti e Senato di Washington sarebbe arrivato a destinazione attraverso l’ambasciatore Usa in Libano Jeffrey Feltman. Tra le “donazioni” a stelle e strisce a Beirut c’è acquisto di 24 autocarri Ford da trasporto truppe, l’ “upgrade” di 23 elicotteri UH-1H con gondole per 48 razzi da 70 mm, di 4 AB 212 da addestramento, la fornitura di 15.000 fucili di assalto M16 e di un numero imprecisato di casse di munizioni per armi leggere, da accompagnamento e da artiglieria.
Il Belgio si è liberato degli esuberi di 45 carri armati Leopard-1 e di 20 semoventi M 109 nonché di un numero imprecisato di Afv.
L’Inghilterra si è data da fare con la fornitura di 50 Land Rover mentre dalla Germania sono in arrivi 2 pattugliatori armati da 36 metri.
Gli Emirati Arabi Uniti hanno già spedito via mare 10 unità navali della classe 10-14 metri e 9 elicotteri armati Gazelle.
Ufficialmente in tutte le forniture militari fatte arrivare in Libano c’è solo materiale finalizzato a rendere più efficace il blocco navale scaturito dalla risoluzione 1.701 e a incrementare la capacità di sorveglianza dell’esercito libanese nella Fascia Sud del Paese.
Il materiale già stoccato sulle banchine di Beirut, ed è quello che temono Hizbollah e alleati, in realtà può avere, come si dice, un uso diverso: accrescere il potere di repressione del  governo Siniora su formazioni politiche e militari che intendessero opporsi sul piano interno a scelte di “normalizzazione” sotto dettatura della tentacolare e cosiddetta  comunità internazionale.
La mancanza negli stock di qualsiasi sistema d’arma antiaereo non può non rafforzare questa percezione. Insomma non c’è una sola cerbottana per sparare verso l’alto proiettili di carta. 
Non è il solo elemento destinato a far lievitare la tensione nella regione. In queste ultime settimane intorno al Paese dei Cedri c’è un surplus di voci allarmanti e un andirivieni di personaggi sulfurei. Da registrare l’arrivo a Naqura di Ban Ki-moon, per un lungo colloquio senza testimoni col generale Graziano dopo una visita di cortesia a Gerusalemme.
Intanto fonti anonime Usa, riprese dal tabloid “USAtoDay” e congiuntamente dal quotidiano libanese Aldiyar, hanno annunciato che tra 3-4 mesi prenderanno avvio i lavori per l’approntamento di una base  Usa-Nato a Kleiaat nel nord del Paese ampliando una struttura già in dotazione alle forze armate del Libano.
L’indiscrezione fatta filtrare è di quelle che potrebbero determinare l’accensione prematura della miccia in tutto il Medio Oriente, nel Golfo Persico e in Asia Centrale.
La “postazione” a quanto anticipato dovrebbe servire come quartier generale della forza di impiego rapido e ospitare piazzole di cemento per squadroni di elicotteri Apache e Black Hawk  oltre che “compound” per  unità delle forze speciali dell’Alleanza atlantica, incaricate dell’addestramento di reparti dell’esercito e delle polizia libanese da adibire alla sorveglianza dei confini e dei cheek point doganali tra Libano e Siria per la repressione del  traffico illegale di armi  tra i 2 Paesi.
Già sollecitata senza troppa fortuna da Palazzo Chigi, accantonata per un po’, la proposta è ritornata prepotentemente in campo in questi giorni.
Il segretario generale dell’Onu il 17 del mese in corso, dopo aver preso appunto dei desideri di Olmert, è tornato a Roma a parlare anche della necessità di disarmare Hizbollah.  
La richiesta, a quanto si afferma, accettata in via preliminare  dal “premier” Siniora sarebbe stata avanzata dall’ufficio del segretario alla Difesa USA e dagli stati maggiori di Bruxelles ufficialmente per contrastare gruppi di terroristi di al Qaida che si sarebbero infiltrati dal Libano settentrionale per colpire il contingente Onu.
La solita manfrina, l’usuale mix di menzogne, di inconfessabili complicità tra Langley ed esecutori prezzolati.  
Fantasmi stragisti, ad ampio spettro d’azione, ad orologeria.    
Per q
uanto la notizia debba essere confermata con una nota ufficiale di Beirut le voci filtrate potrebbero portare al calor bianco lo scontro tra la presidenza del Consiglio, assediata al Gran Serraglio dal novembre 2006, e l’opposizione maggioritaria della coalizione del 16 aprile appoggiata da Hizbollah senza considerare che lo stazionamento di una struttura militare Usa-Nato a un tiro di sputo dal confine della Siria, in un area strategica, verrebbe interpretato da Damasco, alla luce degli attuali rapporti diplomatici con l’amministrazione Bush, come una minaccia diretta ai suoi interessi e alla sua sicurezza nazionale.
Quello che più preoccuperebbe il presidente Assad non è il potenziale bellico, al momento trascurabile, delle forze militari che Usa e Nato faranno stazionare a Kleiaat ma la natura del messaggio politico che Washington si appresta a lanciare a Damasco e più in generale agli Stati della regione. Un messaggio che nelle intenzioni dell’amministrazione Bush dovrebbe arrivare anche alla monarchia saudita e alle decisioni adottate dalla Lega Araba a Riad con la partecipazione dell’Iran.
L’ingresso di Usa e Nato nell’area mediorientale, dopo le guerre di aggressione nei Balcani nel 1999 e quella in Afghanistan nel 2001, potrebbe prefigurare la volontà di arrivare a creare le condizioni di uno scontro militare di Israele con la Siria e di Washington con Teheran.
A Beirut come a Baghdad, a Kabul, Al Cairo, ad Amman, il Palazzo di Vetro e la “comunità internazionale” fanno quadrato intorno a morti viventi seppelliti dentro Palazzi di Potere che scricchiolano.

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