Al via le elezioni presidenziali in Egitto

Cairo-The Guardian. L’elezione presidenziale egiziana ha inizio. L’ex capo dell’esercito, Abdel Fatah al-Sisi, prevede di vincere dopo il ritiro della maggior parte dei candidati e della decisione di molti dissidenti di boicottare il voto.

Gli egiziani si stanno dirigendo alle urne per votare il loro quinto capo di stato dal 2011, in una corsa che l’ex capo dell’esercito Abdel Fatah al-Sisi prevede di vincere facilmente.

Sisi fronteggia un unico avversario – il veterano attivista dei lavoratori Hamdeen Sabahi – dopo che molti potenziali candidati si sono ritirati, citando l’impossibilità di fare campagne in mezzo alla repressione del dissenso.

La Fratellanza Musulmana, il cui membro anziano Mohamed Morsi è stato rimosso dalla carica di presidente da Sisi, la scorsa estate, sta boicottando l’elezione.

Sisi, il capo dell’intelligence militare sotto Hosni Mubarak, è stato supportato dai più alti generali dell’esercito, da quasi tutti i mezzi di comunicazione e dalle maggiori aziende egiziane. Almeno 16.000 dei suoi oppositori sono in carcere, inclusi i leader della Fratellanza Musulmana che sono stati estromessi la scorsa estate e molte delle figure centrali della rivolta del 2011 che ha rovesciato Mubarak.

Sisi ha inoltre il sostegno di una parte significativa della popolazione, che lo appoggia per aver rovesciato Morsi a luglio. Molti degli oppositori di Morsi vedono il ritorno di un “uomo forte” come l’unica soluzione a oltre tre anni di caos politico ed economico.

“Non c’è nessuno che si può prendere la responsabilità di navigare in questi mari agitati eccetto Abdel Fatah al-Sisi”, ha detto Sayed Zayed, un poliziotto in pensione di 73 anni del collegio elettorale di Sisi a Gamaliya, nel Cairo centrale.

I sostenitori di Sisi sostengono che l’ex maresciallo di campo, ritiratosi dall’esercito per il lavoro d’ufficio, è supportato dalla schiacciante maggioranza degli egiziani. L’elezione di due giorni di questa settimana è la prima verifica di tale affermazione e di conseguenza Sisi ha insistito nei giorni scorsi per un’alta affluenza alle urne.

Secondo i primi dati, Sisi ha già ricevuto oltre il 90% dei voti esteri, anche se la proporzione di espatriati che ha votato non è ancora chiara. Un recente sondaggio condotto dal Pew Research suggerisce che solo una scarsa maggioranza di egiziani (54%) ha sostenuto Sisi, anche se gli esperti del sondaggio indipendente avvertono che tali dati sono spesso inaffidabili in Egitto.

Sabahi si è presentato come il candidato della rivoluzione egiziana. Sostiene che gli avversari di Sisi dovrebbero votare per lui per preservare quel poco spazio politico che rimane in Egitto. “Non ce ne staremo a lato ad aspettare che la situazione diventi ideale”, ha dichiarato domenica in un’intervista al Guardian. “Dobbiamo contribuire noi stessi a renderla ideale”.

Molti degli oppositori di Sisi, però, non vedono la ragione di convalidare quella che considerano una procedura fasulla. Loro vedono l’elezione come una semplice formalità per conferire il potere all’uomo che ha condotto il gioco dietro le quinte a partire da luglio.

“Votare legittimerà i loro crimini [quelli del corrente regime]”, ha detto Yumna Hamdy Abdelrahman, un manager di 27 anni che programma di boicottare le elezioni. “Quello che sta succedendo adesso è che chiunque abbia un’opinione differente viene etichettato come un nemico dello stato – e questa non è affatto democrazia”.

In un discorso di domenica, il presidente provvisorio Adly Mansour, un giudice insediato da Sisi dopo la rimozione di Morsi, ha dichiarato che lo stato è neutrale rispetto alla corsa alla presidenza. “Le istituzioni ufficiali dello stato, prima delle quali la presidenza egiziana, sono equamente distanti dai due candidati e non influenzeranno la scelta dei cittadini in alcuna direzione. Dobbiamo tutti partecipare alle elezioni di domani e dopodomani esprimendo la nostra libera scelta – per decidere, senza alcuna forma di guida o indicazione, il candidato di cui ci fidiamo e che crediamo sia capace di costruire e guidare il paese”.