Algeria 5-6 dicembre: Forum sui prigionieri politici palestinesi

'Amman – Pal-Info. Il Comitato arabo internazionale per i prigionieri ha annunciato la preparazione del “Forum sul degrado dello stato di detenuti e prigionieri”, ospitato da Algeri i giorni 5 e 6 dicembre prossimi.

Il presidente del Comitato, 'Abdel 'Aziz as-Sayyid, ha annunciato la presenza di oltre mille personalità provenienti da oltre 50 Paesi per discutere la drammatica questione del prigionieri palestinesi.

Tema delle giornate presentate nell'ambito del Forum saranno il peggioramento dello stato in cui si trovano i prigionieri palestinesi rinchiusi nelle carceri di Israele; una sollecitazione per indagare sui cittadini scomparsi e dei quali da lungo tempo non si hanno notizie; diritti umani e Mass Media alla luce delle lotte politiche condotte dai prigionieri e dell'isolamento politico a cui sono stati relegati.

Sono stati invitati a partecipare al Forum le realtà impegnate su questo fronte – circa 600 specialisti – da decine di Paesi, dai Territori palestinesi occupati nel '48 (Israele, ndr), nel '67 e dalla Striscia di Gaza. E' attesa la partecipazione di tutte le fazioni palestinesi.

La scelta è ricaduta sull'Algeria per il ruolo del Paese nella storia politica palestinese, per l'influenza che la rivoluzione algerina ha avuto sulla sua formazione oltreché per la sua posizione strategica quale di vicinato all'Europa.

Gli organizzatori del Forum intanto attendono una risposta dalla Croce rossa internazionale (Icrc), mentre si ha la certezza sulla presenza dell'ex ministro della Giustizia statunitense Ramsey Clark e di Stanley Cohen, noto sostenitore della questione arabo-palesitnese, dell'ex parlamentare britannico George Galloway, del giornalista svedese che aveva svelato il caso del furto di organi sui detenuti palestinesi, dell'ex primo ministro malese Mahathir bin Mohammed, del presidente sudanese e dello shaykh 'Ekrema Sabri dalla Palestina.

Il direttore generale del Forum Rihab Makahal ha dichiarato che l'evento vuole portare solidarietà ai prigionieri, ma intende soprattutto rivolgersi alla comunità internazionale, ai funzionari arabi e agli esperti di diritti perché si cooperi ad una risoluzione comune nella consapevolezza che il probelma colpisce 1/4 della popolazione palestinese.

Un'importante presenza dalla Giordania porterà al Forum materiale e documenti di lavoro sullo stato dei detenuti giordani, esponendo i casi di 28 prigionieri e 29 dispersi tra cittadini giordani.

Segue un articolo, pubblicato su Jordan Times, sulla conferenza stampa in cui Maysara Malas e 'Abdel 'Aziz as-Sayyid avevano esposto il contenuto e gli obiettivi del Forum

di Mohammad Ben Hussein, 23 novembre 2010

'Amman. I giordani prigionieri in Israele sono detenuti politici, non criminali: lo ha sottolineato lunedì Maysara Malas, presidente del Comitato nazionale per i detenuti in Israele.

“Questi uomini e queste donne sono in cella a causa delle loro affiliazioni o azioni politiche, che scaturiscono direttamente dalle loro convinzioni come palestinesi [ovvero cittadini giordani di origine palestinese, ndr]. Andrebbero trattati come prigionieri politici, non come criminali comuni”, ha dichiarato ieri Malas durante una conferenza stampa, nella quale ha anche annunciato la partecipazione di una delegazione al Forum sui detenuti politici, che si terrà ad Algeri tra il 5 e il 6 dicembre.

Ha quindi lamentato la mancanza di sostegno ufficiale alla causa dei detenuti in Israele, affermando che il governo di Amman deve ancora organizzare i trasporti in Israele per le famiglie dei detenuti.

Sono circa ventinove i giordani rinchiusi nelle carceri israeliane, con l'accusa di aver attaccato uomini dell'esercito o contribuito a preparare attacchi a obiettivi israeliani.

Ciononostante, il governo giordano ha ripetuto più volte di stare facendo del suo meglio per assicurare il rilascio dei detenuti e organizzare le visite delle loro famiglie.

Durante la conferenza stampa, diversi attivisti hanno inoltre sostenuto l'idea che, per rilasciare migliaia di palestinesi e altri detenuti arabi rinchiusi nelle celle israeliane, occorra catturare e tenere in ostaggio dei soldati israeliani.

“Dobbiamo guardare alle esperienze passate, nelle quali catturare militari israeliani e rilasciarli in cambio di prigionieri arabi si è rivelato il metodo più efficiente per rilasciare detenuti di vecchia data”, ha spiegato 'Abdel 'Aziz as-Sayyid, presidente del Forum; con le sue parole, as-Sayyid si è riferito infatti ai numerosi casi di scambi di prigionieri tra Israele e Hezbollah, in seguito alla cattura di alcuni soldati israeliani da parte del movimento sciita.

Da parte sua, il governo israeliano sta già negoziando il rilascio di un membro del suo esercito in cambio di quasi 1.000 detenuti palestinesi di Hamas, Fatah e altre fazioni. Per quanto riguarda la sede della conferenza, ha proseguito as-Sayyid, “abbiamo scelto l'Algeria (…) a causa degli stretti legami tra la sua storia e il movimento di resistenza in Palestina”.

L'organizzatore del Forum ha quindi ricordato che l'evento non punterà al rilascio dei detenuti arabi in Israele, ma servirà a far luce sulle loro condizioni e ad informare la comunità internazionale al riguardo.

A questo proposito, as-Sayyid ha chiarito che tutte le fazioni palestinesi – comprese Fatah e Hamas – sono state invitate a partecipare al Forum, evidenziando come entrambi i movimenti rivali condividano gli stessi problemi riguardo ai prigionieri loro affiliati, e aggiungendo: “Parleremo solo di detenuti, e di nessun'altra questione politica che possa sollevare tensioni o condurre i partecipanti a dibattere su altri argomenti”.

Secondo le stime del presidente, al Forum parteciperanno circa un migliaio di persone provenienti da paesi arabi e non. L'invito è stato esteso anche ai governi degli stati arabi, ma non ci si attende una vasta partecipazione da parte loro. “Abbiamo anche invitato la Croce Rossa internazionale, e altre organizzazioni ancora, ma non siamo certi che prenderanno parte all'evento” ha ammesso il presidente.

Non solo di palestinesi si parlerà durante il Forum: al contrario, verranno messe in primo piano anche le esperienze dei detenuti politici in Sudafrica, e in particolare di alcuni attivisti che furono rinchiusi nello stesso carcere di Nelson Mandela: “Mostreremo diverse esperienze di molti paesi e gruppi che hanno avuto a che fare con il problema dei detenuti politici; questo per creare un'atmosfera positiva, intorno a una questione così complicata” ha commentato as-Sayyid.

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