Allerta in Israele in seguito all’attacco contro la Siria

Betlemme – Ma’an. Giovedì 31 gennaio, l’esercito israeliano ha dispiegato una terza batteria dell’Iron Dome nel nord dello Stato ebraico, nel quadro delle preparazioni in atto per affrontare un’eventuale rappresaglia siriana al bombardamento israeliano di un sito militare a Damasco, ciò nonostante Israele non abbia rivendicato in modo esplicito l’attacco in questione.

Venerdì 1° febbraio, il quotidiano ebraico, Maariv, scrive sul proprio sito web che l’esercito israeliano ha alzato il livello d’allerta sul fronte settentrionale a seguito dell’attacco, mentre negli ambienti militari e dell’intelligence israeliana prevale l’aspettativa di una reazione, soprattutto dopo la minaccia iraniana di far pagare a Tel Aviv il prezzo di questo attacco .

Il sito web del quotidiano ha aggiunto che il gabinetto del governo israeliano si è riunito più volte negli ultimi due giorni, e ha tenuto degli incontri con ufficiali di alto livello dell’esercito e della sicurezza per valutare la situazione e prevedere i possibili scenari di rappresaglia a questo attacco, avvenuto nel cuore del territorio siriano, di cui i media danno per certa la responsabilità allo Stato ebraico.

Uno degli scenari prevede una raffica di razzi sparati contro Israele da un’organizzazione sconosciuta, sostenuta da Hezbollah e l’Iran. Un altro prevede lo sfruttamento della situazione incerta in Siria e per spingere un’organizzazione sconosciuta a lanciare un attacco missilistico contro Israele dal territorio siriano, oltre all’eventualità di attacchi contro interessi israeliani in tutto il mondo .

Il sito web ha riferito che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha partecipato agli incontri in questione e ha convocato i massimi vertici dei servizi di sicurezza e dell’esercito per discutere le ripercussioni dell’attacco sul sito siriano. Mentre in ambienti militari e politici ebraici prevale la convinzione che una reazione a questo attacco avverrà sicuramente, e ciò ha spinto l’esercito ad alzare lo stato d’allerta e installare una terza batteria del sistema missilistico di intercettazione “Iron Dome” nel nord di Israele. Anche l’aviazione militare israeliana è stata allertata per affrontare qualsiasi eventuale sviluppo.