Tre anni fa, un attacco ad una casa palestinese nel villaggio di Duma, nella Cisgiordania occupata, uccise il piccolo Ali Saad Dawabsha ed i suoi genitori Riham e Saad Dawabsha. L’altro figlio, Ahmed, che all’epoca aveva cinque anni, subì gravi ustioni ma sopravvisse.
Due sospetti – entrambi coloni ebrei – sono attualmente sotto processo per il crimine, e martedì, alcune “decine di giovani” si sono riunite fuori dal tribunale a loro sostegno.
Quando lo zio ed il nonno della famiglia, Nasr e Hussein Dawabsha, che hanno la custodia di Ahmed dopo l’attentato, sono usciti dal tribunale accompagnati dai parlamentari Ahmad Tibi e Ayman Odeh, gli estremisti hanno gridato: “Dov’è Ali? Ali è morto” e “Ali è sulla griglia”.
Il Times of Israel ha riferito che un portavoce di Tibi “è riuscito a registrare la maggior parte dei cori in video, compresi quelli di un giovane estremista religioso che si è avvicinato alla folla dei sostenitori di Dawabsha e ha urlato: ‘Dov’è Ali? È bruciato!’, mentre rideva”.
C’erano circa 20 agenti di polizia sulla scena, che “non hanno fatto niente per fermare i manifestanti”.
Nasr Dawabsha ha affermato che se un palestinese fosse orgoglioso dell’omicidio di un israeliano nel modo in cui lo erano i manifestanti, “avrebbe ricevuto le più severe punizioni da parte delle autorità”.
Traduzione di F.H.L.