Analisi: i militanti ricorrono alla pulizia etnica in Siria

PressTv. In un’intervista divulgata lunedì, Lajos Szaszdi ha indicato le azioni criminali commesse dai militanti in Siria e ha osservato che “vogliono la pulizia etnica, per eliminare le comunità che non sono come loro, le comunità di alauite, di cristiani, di drusi o anche altri che sono musulmani sunniti che sostengono il governo”.

“Questi terroristi e insorti sono contrari a qualsiasi forma di democrazia come noi la intendiamo e vogliamo solo stabilire una dittatura radicale in Siria, dove le persone sono private, soprattutto le donne, dei loro diritti fondamentali di cui adesso godono”, ha aggiunto.

L’analista ha ricordato i prossimi colloqui internazionali sulla Siria e ha affermato: “Non ci può essere pace in Siria fino a quando gli Stati Uniti e i suoi alleati come l’Arabia Saudita, la Gran Bretagna, la Francia, la Turchia, la Giordania, il Qatar, continuano a fornire armi ai terroristi e insorti”.

Domenica, il cosiddetto Osservatorio siriano per i diritti umani, che si basa su una rete di spie che lavorano per l’opposizione sostenuta dall’estero, ha detto che militanti in Siria hanno preso il controllo del villaggio alauita di Maan, nella provincia di Hama, massacrando delle persone.

Funzionari siriani hanno riferito che le vittime sono principalmente donne e bambini e hanno accusato gli estremisti di aver commesso un massacro.

La Siria è soffocata da disordini mortali dal marzo 2011. Secondo i rapporti, le potenze occidentali e i loro alleati regionali – in particolare il Qatar, l’Arabia Saudita e la Turchia – stanno sostenendo i militanti che operano in Siria.

Secondo le Nazioni Unite, più di 100 mila persone sono state uccise e milioni sfollate a causa della violenza.

Traduzione di Edy Meroli.