Ancora abusi delle forze di sicurezza di Ramallah.

Gaza – Pic. Khaled Al-Batesh, funzionario del movimento del Jihad islamico, ha dichiarato lunedì che risulterebbe chiaro dagli avvenimenti di Qalqilya come le autorità di sicurezza dell’Anp non prendano di mira solo Hamas, ma anche tutte le altre fazioni della Resistenza palestinese.

Durante un seminario politico organizzato a Gaza da Hamas e dall’Alto comitato per la commemorazione della Nakba (la catastrofe dell’usurpazione della Palestina da parte dei gruppi sionisti), Batesh ha infatti evidenziato come il popolo palestinese rifiuti con forza le pratiche delle forze di sicurezza (comandate dall’ex capo dell’Anp Mahmud ‘Abbas e dall’ufficiale Usa Keith Dayton), che trascurano i diritti e gli obiettivi-chiave palestinesi grazie alla loro collaborazione con le autorità di occupazione israeliane ai danni della Resistenza.

Da parte sua, il portavoce di Hamas Sami Abu Zuhri ha assicurato che il suo movimento non perdonerà il sangue dei suoi membri, uccisi dalle forze dell’Anp. Abu Zuhri ha inoltre sottolineato che la stessa visita al Cairo di Khaled Mish‘al, capo dell’ufficio politico di Hamas, mirava a incoraggiare l’Egitto a fare pressioni su Ramallah perché cessassero i continui abusi contro la Resistenza palestinese in Cisgiordania.
Hossam Ahmed, capo dell’Alto comitato per la commemorazione della Nakba, ha anch’egli fermamente denunciato la sicurezza dell’Anp per le pratiche anti-mujahidin, mettendo in risalto come il sostegno al diritto al ritorno e alla Resistenza sia la strada giusta per giungere alla legittimità dello stato palestinese. Al contrario, secondo Ahmed, rinunciare a questi diritti significherebbe allontanarsi da tale legittimità.
Il portavoce dei comitati di resistenza popolare Abu Mujahid ha a sua volta ricordato il supporto che i comitati stessi forniscono a Hamas contro gli apparati di sicurezza di Dayton, aggiungendo che il silenzio delle altre fazioni della Resistenza di fronte ai tentativi di eliminare Hamas farà sì che queste stesse fazioni siano il prossimo bersaglio dell’Anp.
Abu Mujahid ha poi messo in guardia le stesse forze di sicurezza dalla loro insistenza nel colpire i mujahidin, promettendo risposte forti alle loro violazioni.
Nell’ambito della crescente campagna condotta ai danni dei combattenti della Resistenza, le autorità della sicurezza hanno fatto irruzione nella casa di Mohamed Karyush, leader di al-Qassam ricercato da Israele e residente nel campo profughi di Tulkarem.
Secondo l’inviato di PIC, i soldati, dopo l’irruzione, avrebbero portato via Anas, fratello di Mohamed, sottoponendolo a forti percosse. Altre case del vicinato sono state violate dalla sicurezza di ‘Abbas.
Mesbah al-Baba, uno degli ufficiali della sicurezza a Tulkarem, aveva già ammesso in un suo comunicato stampa che il campo profughi era sottoposto a un’operazione di rastrellamento in cerca di un combattente affiliato con al-Qassam.
Oltre a Anas Karyush, si hanno notizie di quattro cittadini palestinesi legati a Hamas e arrestati mercoledì dall’Anp nelle loro case, ancora a Tulkarem.
A Ramallah, invece, nella stessa serata di mercoledì, un gran numero di unità di sicurezza ha invaso il college di Dar al-Mu‘allimin, affiliato all’UNRWA, e ha quindi condotto un’accurata ricerca nel residence del college, prima di fermare 17 studenti appartenenti al gruppo studentesco di Hamas. Cinque giorni fa, le truppe avevano già interrotto bruscamente una cerimonia di laurea nello stesso college, confiscando gli stemmi e i certificati preparati per i laureati.
Sempre in ambito universitario, l’intelligence dell’Anp ha messo agli arresti mercoledì il dott. Farid Abu Duhayr, professore di scienza dei media all’università di an-Najah di Nablus, mentre si trovava nella sua casa nel quartiere di al-Ma’ajin. A portarlo via sono giunte decine di uomini armati, che hanno aggredito fisicamente lui e il suo figlio 19enne Bara’a.
Tentato l’arresto anche del dott. Mohamed Ghazal, che tuttavia non è stato trovato in casa: in questo caso, le forze di ‘Abbas si sono limitate a interrogare i suoi familiari.
Sempre nella giornata di mercoledì sono state riportate le notizie dell’arresto di 19 membri di Hamas e della chiusura di un negozio di gioielleria, appartenente a un cittadino palestinese rinchiuso attualmente nelle carceri dell’Anp a Nablus.

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