Ancora una volta, il Brasile chiede l’aiuto di Israele per affrontare una crisi

MEMO. Di Eman Abusidu. Ancora una volta, il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha fatto sembrare il suo Paese debole di fronte a Israele chiedendo aiuto allo stato di occupazione per affrontare una crisi nazionale, in questo caso la pandemia di coronavirus. Nonostante i plausi che Israele sta ricevendo per il suo programma di vaccinazione (che ignora i palestinesi, di cui ne controlla le vite attraverso la sua occupazione), il governo di Benjamin Netanyahu ha dovuto affrontare critiche interne per la sua gestione della crisi.

Tuttavia, il Brasile ha una carenza di bombole di ossigeno nello Stato dell’Amazzonia, quindi Bolsonaro ha chiesto assistenza all’ambasciatore israeliano. Parlando a Jovem Pan Radio il 15 gennaio, il presidente brasiliano ha detto: “Ho chiesto aiuto a Yossi Shelley. Abbiamo bisogno di risorse di emergenza per combattere il Covid-19, come le bombole di ossigeno; stiamo avendo difficoltà a fornirle”.

Manaus è la capitale dell’Amazzonia e i suoi ospedali sono senza più letti o ossigeno (*) per curare i pazienti. L’azienda che produce bombole di ossigeno non è in grado di soddisfare la domanda durante la pandemia.

L’Amazzonia ha subito pesanti perdite durante la prima ondata di Covid-19 ed è stata gravemente colpita da nuove infezioni. Il segretario alla Sanità locale, Marcellus Campelo, ha affermato che lo stato richiede tre volte la quantità di ossigeno che può produrre localmente e ha chiesto aiuto. Il Brasile sta affrontando, durante la pandemia, una grave crisi sanitaria e politica a livello nazionale, con oltre 211.000 decessi per il virus, il secondo conteggio più alto al mondo, dietro agli Stati Uniti.

Il governo di Bolsonaro ha chiesto anche all’America l’ossigeno per lo stato di Amazzonia. Tale richiesta è stata inviata all’ambasciata degli Stati Uniti il ​​14 gennaio. L’ambasciata ha riconosciuto di aver ricevuto la richiesta ed è “in contatto con le autorità brasiliane”. Il presidente brasiliano ha chiesto anche al Cile e ad altri governi di destra allineati con lui. Finora nulla si è concretizzato in seguito delle sue richieste.

L’ex ministro della Salute e attuale Deputato Federale, Alexandre Padilha, ha riferito che, con il gruppo di estrema destra che si riduce e la sconfitta di Trump, così come i problemi interni, Bolsonaro sta diventando sempre più isolato. “Trump lo ha aiutato con la clorochina che non andava bene per gli americani. Narendra Modi dell’India gli ha negato l’accesso ai vaccini. Ora è isolato in Sud America e per lui rimane solo l’estrema destra ad Israele”.

Non è la prima volta che Bolsonaro cerca aiuto dall’apparente migliore amico israeliano. All’inizio del 2019, il governo israeliano ha inviato 130 soldati, per aiutare a seguito della rottura di una diga e per delle inondazioni a Brumadinho, nello stato di Minas Gerais. La squadra di ricerca e soccorso delle Forze di Difesa israeliane è stata impiegata per assistere nella ricerca di centinaia di persone scomparse dopo il catastrofico crollo della diga. Il comandante brasiliano dei soccorsi, il tenente colonnello Eduardo Ângelo, ha riferito ai giornalisti che l’attrezzatura portata da Israele a Brumadinho non è stata efficace in quel tipo di disastro, provocando un certo imbarazzo diplomatico.

All’epoca, l’ex ministro degli Esteri brasiliano, Celso Amorim, aveva commentato: “Beh, non posso speculare sull’obiettivo di Israele, ma penso che volesse far sentire la propria presenza qui in Brasile. Hanno iniziato a mostrare la loro amicizia speciale, forse con i militari perché l’esercito era coinvolto nel rafforzamento della diga. Forse questi militari sono entrati in Brasile con obiettivi di intelligence. Non posso dire esattamente quali fossero i loro scopi perché non lo so. Posso solo dire che il loro aiuto è stato inutile”.

Se il precedente “aiuto” da parte di Israele è stato “inutile”, perché Bolsonaro insiste nel far sembrare il Brasile un paese fragile di fronte agli israeliani?

“Il Brasile non è un paese debole, né dal punto di vista di Bolsonaro, dalle convinzioni di Israele, dall’opinione americana o da quella di tutti i paesi del continente”, ha insistito il giornalista e attivista politico Victorios Shams. “Ha una storia che smentisce qualsiasi affermazione che esso sia debole”.

Shams mi ha detto che la ragione del sostegno di Bolsonaro per Israele è ben noto. “È mettersi al fianco della politica statunitense e conquistare la fiducia dell’imperialismo globale, sperando di mantenerlo nella sua posizione”.

Dal collasso di una diga e varie inondazioni a incendi e altre crisi, Bolsonaro si è affrettato a chiedere sostegno a uno dei suoi più stretti alleati, Netanyahu. Tuttavia, sembra che non abbia imparato nulla dal fatto che l’aiuto di Israele è stato pressoché “inutile” a Brumadinho e negli incendi dell’Amazzonia dell’anno scorso.

Allora perché si rivolge a Israele ogni volta che deve affrontare una crisi? “Se Israele si trova bene con lui”, ha spiegato Shams, “allora Bolsonaro crede che gli Stati Uniti chiuderanno un occhio sui suoi crimini”.

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Le opinioni espresse in questo articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente la politica editoriale di Middle East Monitor.

Traduzione per InfoPal di Silvia Scandolari

(*) Per dovere di cronaca, l’autrice dell’articolo avrebbe dovuto spiegare che l’Ammazonia, come quasi tutti gli Stati del Nord della Federazione brasiliana, ha un sistema sanitario pubblico estremamente carente già in condizioni di “normalità”. La salute, nel Nordest brasiliano, ma soprattutto nel Nord, non è vista come un diritto di tutti, ma come un privilegio dei ricchi. La persistente divisione in classi sociali crea situazioni che discriminano le popolazioni più povere, soprattutto nelle sopracitate regioni della Federazione. La malattia del Covid-19 ha colpito principalmente i più poveri, oltre alle persone anziane e a quelle immuno-depresse e con patologie pregresse – questo come nel resto del mondo.