Aohr: il nuovo regime egiziano non ha fatto nulla per revocare l’assedio contro Gaza

Londra-Quds Press. L’Organizzazione araba per i Diritti umani in Gran Bretagna (Aohr) ha esortato il governo egiziano a porre fine alla crisi degli ostaggi nel Sinai con mezzi pacifici e senza spargimento di sangue, e a lavorare per favorire lo sviluppo della regione, in modo da poter evitare qualsiasi incidente simile in futuro.

In un comunicato stampa diramato lunedì 20 maggio, l’Aohr ha dichiarato che aiutare l’occupazione a perpetuare l’assedio contro la Striscia di Gaza, in qualsiasi modo, è una forma di punizione collettiva, considerata un crimine contro l’umanità.

L’organizzazione ha espresso il proprio rammarico per il fatto che il nuovo sistema politico, emerso dopo la rivoluzione del 25 gennaio, non ha compiuto alcun sforzo atto ad alleggerire l’assedio, al contrario, esso ha introdotto alcune procedure che hanno aggravato la situazione, come la demolizione di un gran numero di gallerie sotterranee senza intraprendere alcuna azione per aprire il valico di Rafah, in modo completo, alla circolazione delle persone e delle merci.

L’organizzazione ha esortato le istituzioni, presidenziale e militare, egiziane e le varie forze nazionali in nel paese, ad assumersi le proprie responsabilità morali e legali nei confronti degli abitanti della Striscia di Gaza, e a lavorare per revocare immediatamente l’assedio e aprire il valico di Rafah in modo regolare. Inoltre, essa ha invitato a tenere la questione del valico al di fuori delle dispute politiche interne.

L’Aohr ha avvertito dalla gravità delle accuse contro la popolazione di Gaza, spiegando che “l’ex regime e i suoi alleati hanno compiuto ogni sforzo, con l’aiuto dei mezzi di comunicazione, per demonizzazione la Striscia di Gaza, giustificando il proprio coinvolgimento nell’assedio con il pretesto della sicurezza dell’Egitto. Accusarono Gaza di essere una fonte di droga, armi e terroristi, tutte accuse respinte da coloro che hanno partecipato alla rivoluzione e fatto della revoca dell’assedio uno dei principali slogan della rivoluzione egiziana”.

Ha aggiunto: “Dopo l’elezione del nuovo presidente e i piccoli cambiamenti apportati nelle diverse istituzioni, alcuni hanno fatto retromarcia sui propri slogan, e hanno iniziato a ripetere ciò che l’ex regime andava affermando. Anzi, a volte, essi sono andati oltre, come nel caso dell’assalto sanguinoso contro i soldati egiziani, avvenuto il 5 agosto 2012, dove le accuse rivolte ad alcune forze nella Striscia di Gaza hanno occupato le prime pagine della stampa, nonostante le smentite ufficiali e la mancanza, fino a questo momento, di una qualsivoglia prova. Il risultato di tutto ciò, è stata la rimozione della revoca dell’assedio contro Gaza dall’agenda della rivoluzione egiziana, oltre al fatto che le rigorose misure di sicurezza adottate dall’esercito egiziano, dalla demolizione dei tunnel alla chiusura del valico di Rafah, sono passate senza alcun rumore”.

L’organizzazione ha ritenuto che il popolo di Gaza si è trasformato in ostaggio, a causa del rapimento del gruppo di soldati egiziani nel Sinai, in seguito alla chiusura, da parte di alcuni militari, del valico di Rafah, l’unica via d’accesso della popolazione palestinese, con oltre 2.000 persone, alcuni di loro malati, bloccati nel lato egiziano del valico.