Appello ai Palestinesi di Gerusalemme e dell’interno a recarsi alla moschea di al-Aqsa

Gerusalemme occupata-Quds Press. Il direttore della moschea di al-Aqsa, shaykh Omar al-Kisswani, ha fatto appello alla popolazione di Gerusalemme ed a tutti i Palestinesi affinché si rechino alla moschea di al-Aqsa, specie negli ultimi dieci giorni del mese sacro di Ramadan.

In un comunicato stampa, al-Kisswani ha condannato lo stato d’assedio cui il governo israeliano sta sottoponendo la moschea di al-Aqsa, affermando che “con il mutamento della situazione politica, alla moschea non è potuto giungere l’afflusso di fedeli che ci aspettavamo. Noi pertanto condanniamo la condotta del governo israeliano, che sta di fatto assediando al-Aqsa”. Tali dichiarazioni fanno trasparire la convinzione che Tel Aviv si accanisca con evidente volontarietà contro il luogo sacro.

Nel comunicato, lo shaukh spiega come il circuito delle pie fondazioni islamiche sia pronto ad accogliere anche centinaia di migliaia di fedeli presso la moschea in vista dell’inizio del Ramadan. Il programma stilato per i dieci giorni (in particolare per i venerdì) che ancora mancano alla fine del mese sacro prevede il coordinamento di comitati e squadre di personale al fine di garantire la copertura di qualsiasi necessità, prima tra tutte quella sanitaria.

Al-Kisswani ha poi aggiunto: “Siamo pronti ad accogliere il maggior numero di persone possibile. L’invito è aperto non solo alla popolazione della Città Santa, ma anche ai Palestinesi dell’interno e della Cisgiordania ed a tutti i fedeli provenienti da altri Paesi”.

Lo shaykh ha precisato inoltre che “in vista dell’ondata di caldo durante il mese sacro, le fondazioni islamiche hanno provveduto ad installare degli ombrelloni al fine di proteggere i fedeli dal sole sferzante. Alle moschee è stato inoltre fornito tutto ciò che potrebbe rendersi necessario, specie durante le preghiere di mezzogiorno e della sera. Il livello di organizzazione è tale che i fedeli rimarranno senza parole”.

Le pie fondazioni islamiche, coordinandosi con istituzioni ed associazioni locali ed internazionali, si sono organizzate al fine di garantire la fornitura di migliaia di pasti ai fedeli che giungono ad al-Aqsa. In questo modo sarà possibile agevolare l’esperienza dei pellegrini, sollevandoli dalla preoccupazione e dalle difficoltà che sorgono quando si porta il cibo con sé. L’organizzazione garantisce anche la fornitura dal Sahur (pasto consumato prima dell’alba durante il Ramadan) durante il ritiro spirituale presso al-Aqsa.

Il comunicato si conclude ricordando che “lo stesso Messaggero di Dio (sia su di lui la pace) raccomandò di recarsi in preghiera presso al-Aqsa, ricordando come anche per essa valga il principio delle altre due moschee islamiche maggiori (Mecca e Medina) e concernente la moltiplicazione del valore delle preci. In particolare ad al-Aqsa, una preghiera recitata in giorni normali equivale a cinquecento orazioni ed una pronunciata in periodo di ramadan il doppio di tale cifra. Invito dunque la gente a recarsi alla moschea di al-Aqsa ed a svolgere il ritiro spirituale presso di essa”.

Traduzione di Giuliano Stefanoni